E i turisti consultano su Internet il «decalogo» contro gli imbrogli

Gian Piero Milanetti

La loro fama, tra i turisti, è pari solo a quella dei colleghi di Amsterdam. Ben noti all’estero per i tragitti tortuosi, i «giochi di prestigio» con le banconote appena incassate, i tassametri «ballerini», i sovrapprezzi ingiustificati. I tassinari romani, godono, fuori dai confini, di un’altrettanta robusta reputazione di «trappole per turisti». Basta compiere un breve tour su Internet per rendersene conto. Si contano a centinaia le lamentele e le avvertenze sui «roman taxis» che i turisti registrano e si scambiano sui siti-guida per l’Europa. «Per la mia esperienza, i taxi romani sono quasi i peggiori quando raggiungono il livello di disonestà, aggiungendo più euro al conto», assicura Joel di Boston, su www.ricksteves.com, il sito di uno dei più popolari esperti americani di viaggi, autore di guide e di programmi radio e tv.
La Stazione Termini e gli aeroporti sono i teatri delle imprese di veri e propri virtuosi del raggiro su quattro ruote. «Roma è una città fantastica, ma attenzione ai taxi driver, artisti dell’imbroglio», avverte Lena Matheou di Charlotte, North Carolina. «Il tassametro funziona regolarmente finché non si arriva a destinazione e allora magicamente la tariffa aumenta. Il mio hotel distava 10 minuti di guida dalla stazione Termini e un minuto prima che arrivassimo il tassametro segnava 6 euro. Quando il taxi si è fermato era scattato a 16. Mia sorella pensava che forse si trattava del sovrapprezzo per i bagagli (avevo due borse con me). Ma a peggiorare le cose quando ho dato 20 euro al tassista, lui ha cercato di farmi credere che io gli avessi dato solo 5 euro!» Stesso tragitto e stesso trucco, a danno di un altro membro della community, di Philadelphia. Per lui il tassametro per il tragitto Termini-hotel segnava 30 euro. «Avevo l’impressione che fosse troppo per la corsa, ma pensando che reclamare fosse una battaglia persa, ho dato al tassista 50 euro. Lui ha sostituito la banconota con una da 10 e ha detto che ne mancavano 20. Sapevo che mi stava truffando, ma non avevo alcun successo nel discutere con lui. È finita che gli ho dato altri 20 euro mentre mia moglie scriveva il numero del viecolo. Il personale dell’hotel ha chiamato la compagnia di taxi per me. Poco dopo, il tassista era al nostro albergo per restituire tutti i soldi che gli avevo dato».
Un happy end dal quale i turisti traggono questi insegnamenti: 1) sempre chiedere la tariffa prima di salire su un taxi. 2) Pagare davanti a un testimone. 3) Se si pensa di essere stati ingannati, scrivere il numero del taxi e rivolgersi alla compagnia. Anche perché, a Roma, pure i viaggiatori più esperti - avvertono i siti - possono essere imbrogliati. I raggiri, a volte, sono più difficilmente contestabili. Il consiglio, che rimbalza su Internet, è di stare alla larga dai tassisti a Termini e negli aeroporti, i due luoghi dove, giurano i turisti e le guide, le possibilità di essere imbrogliati sono altissime, nonostante tutte le precauzioni e le raccomandazioni diffuse sui siti.
«La sola brutta esperienza a Roma», racconta Scott di Odenton (Maryland) «l’ho avuta con il taxi da Fiumicino a Roma. Ho preso un taxi ufficiale come raccomandato e ho chiesto la tariffa. Nonostante ciò, il tassista procedeva a aggiungere 35 euro nella colonna “tariffe addizionali” del tassametro. All’arrivo ha chiesto per cosa fosse quel sovrapprezzo. Lui ha risposto ilare che non era un sovrapprezzo ma il tempo di percorrenza. Ma quando siamo arrivati all’hotel ha aggiunto quella cifra alla tariffa base presentandomi un conto di 100 euro.

Gli ho contestato che i sovrapprezzi dovuti ammontavano a meno di 10 euro e che la tariffa base era di 40. Ma quando gli gli consegnato i 50 euro lui prontamente li ha nascosti dicendo che gli avevo dato solo 5 euro. Quando gli ho chiesto con insitenza il resto se ne è andato».

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