E il mullah Omar minaccia: «Pronti altri mille come lui»

«Fino a quando ci sarà l’invasione dei crociati, ogni giovane potrà sacrificarsi per l’islam»

Fausto Biloslavo

Il mullah Mohammed Omar, il leader guercio dei talebani, ha reso omaggio al capo di al Qaida in Irak, il giordano Abu Musab al Zarqawi, ucciso dagli americani, ribadendo che «qualsiasi giovane può diventare uno Zarqawi». Le dichiarazioni del superlatitante sono state trasmesse ad un’agenzia di stampa pachistana da Mohammed Hanif, portavoce del mullah. «Do la buona notizia ai musulmani nel mondo: il martirio di Zarqawi non indebolisce la resistenza irachena. Sebbene Zarqawi non ci sia più, egli ha lasciato dietro di sé migliaia di giovani che accelereranno ulteriormente la resistenza», fa sapere Omar. Infine l’enigmatico capo degli studenti guerrieri ammette: «Io e tutti i musulmani della resistenza afghana proviamo dolore per il martirio di Zarqawi, ma fino a quando proseguirà l'invasione dei crociati, ogni giovane della nazione islamica potrà diventare un martire e la resistenza continuerà».
In Pakistan figure come Osama bin Laden e Abu Musa al Zarqawi sono considerate «eroi» da ampie fasce di estremisti. Ieri alcuni membri dell’opposizione, appartenenti all’Alleanza dei partiti religiosi, avevano chiesto al presidente del Parlamento un momento di preghiera per Zarqawi. Il presidente, però, ha respinto la richiesta.
Ieri è riapparso con un video anche Ayman al Zawahiri, il numero due di al Qaida, il quale sembra aver spodestato Osama nella conduzione, almeno mediatica, della rete del terrore. Il «dottore», come viene chiamato per la sua laurea in medicina, ha fatto riferimento anche al terrorista eliminato, dicendo che Zarqawi «è un eroe paziente dell’islam». L’impressione è che la frase, così vaga, dimostri come il messaggio sia stato registrato prima dell’annuncio della morte della primula rossa in Irak.
Il generale americano William Caldwell, che aveva indicato Abu al Masri (nome di battaglia che significa «padre degli egiziani») quale possibile successore di Al Zarqawi, ha aggiunto ieri che al Masri ha avuto uno scambio di informazioni con al Zawahiri, parlando probabilmente della guida dell’organizzazione terroristica in Irak.
Dopo la fine di Al Zarqawi, il ricercato numero uno rimane Osama bin Laden, il «fantasma» di al Qaida. La sua ultima apparizione in video, ai tempi della rielezione del presidente americano George W. Bush, non ha dissipato i dubbi sulle sue pessime condizioni di salute. I pochi messaggi audio più recenti dimostrano solo che è ben nascosto, probabilmente nella zona tribale a cavallo fra Pakistan e Afghanistan. La stessa zona dove si nasconderebbe il ben più attivo al Zawahiri segnalato l’ultima volta nella regione tribale del Waziristan, dove sarebbe fuggito all’assedio delle truppe pachistane grazie ad un tunnel.
Il mullah Omar, invece, potrebbe essere nascosto più a sud, sempre in Pakistan, ma nell’area di Quetta, il capoluogo del Baluchistan. Un altro signore della guerra afghano ancora latitante, che scampò per un soffio a un missile lanciato da un aereo senza pilota della Cia, è Gulbuddin Hekmatyar, vecchio leader del partito fondamentalista Hezb i Islami.

Qualche settimana fa sembrava che le forze di sicurezza afghane avessero catturato il mullah Dadullah, il capo militare dei resti dei talebani, che ha perso una gamba su una mina russa. Poi Dadullah ha telefonato ad alcuni giornalisti prendendo in giro le autorità di Kabul.

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