E nel ventre della città

Sotto la Borsa, terminato il recupero delle rovine dell’anfiteatro del I secolo a.C.

Odori, immagini e rumori dell’antica Roma. E in sottofondo una voce che recita versi in latino. Entri nell’atrio della Camera di commercio in via Meravigli, scendi nei sotterranei e torni indietro nel tempo di duemila anni. L’epoca in cui fu costruito il teatro romano di Milano, uno dei più grandi e antichi d’Italia.
Dopo decenni di attesa - i ritrovamenti dei primi resti risalgono alla fine dell’Ottocento, gli ultimi sono stati scoperti nel 2000 - le rovine, risalenti al primo secolo avanti Cristo (regno di Augusto), sono state finalmente restituite alla città. È stato necessario un lungo lavoro di recupero e ristrutturazione per trasformare le fondamenta del teatro - le sole a essere state recuperate dopo la sua distruzione - in un museo. Non uno spazio qualunque ma, spiega il presidente della Camera di commercio Carlo Sangalli, «un museo emozionale, che riproduce odori, immagini e rumori dell’antichità».
L’anfiteatro sorge proprio al di sotto della Camera di commercio, a solo tre metri dalla superficie stradale. Di pianta semicircolare, è alto quasi 20 metri. Un vero e proprio tesoro sconosciuto ai più, che però rappresenta «un simbolo della città - continua Sangalli -. Un ponte ideale fra passato e presente».
Il museo - come una macchina del tempo - offre ai visitatori la possibilità di calarsi completamente nell’atmosfera dell’antica Roma. Grazie a plasma acustici che diffondono i suoni dell’epoca, a lastre di ferro che emanano odori tipici - rosa, zafferano e vino dolce -, alla musica che riproduce i rumori del passato, alla videoproiezione che ricostruisce il sistema di fondazione del teatro e ai versi di Plauto recitati in latino da Giorgio Albertazzi.
«Quando mi hanno chiesto un parere - spiega l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi - ho consigliato di creare un luogo vivo e interattivo. Adesso si potrebbe pensare di utilizzarlo non soltanto di giorno come museo, ma anche di sera come uno spazio per la cultura». La ristrutturazione del teatro è stata possibile grazie alla collaborazione della scuola archeologica dell’Università Cattolica. «Siamo soddisfatti - dice il rettore Lorenzo Ornaghi -. Si tratta di un’operazione culturale fondamentale per la città». Ma l’anfiteatro è solo uno dei tanti tesori nascosti sotto uffici e palazzi. Un frammento della città romana, ormai quasi del tutto dimenticata. «C’è ancora molto da scoprire - conferma Carla Di Francesco, sovrintendente regionale ai Beni culturali e paesaggistici -. Esistono moltissimi scavi, in particolare nella zona del Duomo e della basilica di Sant’Ambrogio, che non sono sufficientemente valorizzati.

Dovremmo ripetere l’esperienza dell’ex anfiteatro romano di via De Amicis, che è stato restituito alla città e, grazie alla collaborazione dei volontari del Touring club, aperto al pubblico».
Il teatro romano potrà essere visitato a partire dal 1° febbraio. Le visite guidate saranno gratuite. Sarà, infatti, sufficiente prenotarle a partire da gennaio.

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