Indagine sulle case di lusso a Brera. La difesa presenta una pratica del1828

E oggi il sindaco e il capo della Procura Viola in Consiglio Metropolitano per dire no alla mafia

Indagine sulle case di lusso a Brera. La difesa presenta una pratica del1828
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Un Consiglio metropolitano straordinario sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel territorio milanese. Lo slogan è «No alle mafie», il sindaco Beppe Sala, come l'11 febbraio in consiglio comunale, ha invitato di nuovo come gesto di solidarietà il capo della Procura di Milano Marcello Viola (nella foto con Sala) e la sostituta procuratrice Alessandra Cerreti che hanno ricevuto nei mesi scorsi minacce mafiose.

Il faro della Procura continua invece a rimanere acceso sul Comune sul tema urbanistica, sono una ventina le inchieste aperte su progetti autorizzati dall'amministrazione. Nel mirino c'è l'interpretazione della legge che risale al 1942. E se il Comune difende l'utilizzo (da 13 anni) di procedure più veloci, va detto invece che l'architetto Marco Emilio Cerri, progettista ed ex membro della Commissione Paesaggio, indagato per vari reati edilizi, ha depositato mercoledì scorso in difesa del via libera a un intervento immobiliare per alloggi di lusso in via Anfiteatro, zona Brera, «pratiche edilizie del 1828 e del 1934». Sull'area sotto inchiesta della Procura per abusi edilizi e falsi in atto pubblico dovevano sorgere «case popolari», poi mai realizzate.

Secondo una sentenza del Consiglio di Stato del 2021 che Cerri ha depositato come prova durante il suo interrogatorio non sarebbero state violate le leggi sui volumi dei nuovi immobili, come dimostrerebbero le fotografie dei ruderi già presenti e abbattuti nel 2007 e 2008, e anche sulla base delle pratiche che risalgono ai secoli scorsi.

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