da Roma
Quando arrivò a Fiumicino lunedì scorso, la Roma di fede giallorossa - e non solo - era ancora scossa: da poche ore Franco Sensi aveva interrotto la sua battaglia contro il male. Julio Baptista non ha fatto in tempo a conoscere il presidente, tanto che nel giorno delle sue esequie alla chiesa del Verano si è offerto per portare a spalla il feretro. «Ho provato unemozione fortissima, difficile da spiegare a parole, ora farò di tutto insieme ai compagni per regalargli i successi che merita», sottolinea il brasiliano nella sua prima conferenza stampa da giallorosso, ovviamente slittata di qualche giorno.
A Trigoria ha trovato una vera e propria colonia di verdeoro, motivo in più per ambientarsi velocemente. «Ho fatto la scelta giusta, la Roma è una squadra rispettata da tutti, il posto migliore per dimostrare il mio valore - dice ancora la Bestia, come è stato soprannominato in Spagna per la sua stazza fisica, ma in realtà persona dal carattere dolce -. Cè un buon ambiente, un ottimo controllo da parte dellallenatore e i giocatori sono persone semplici e umili». Baptista (che precisa lesatta pronuncia del suo cognome senza la «p») ha parole di elogio per Totti. «Mi sembra una brava persona, molto umile e se è riuscito a restare in questa squadra per tanti anni, merita tutto laffetto e la considerazione che ha». Il 27enne brasiliano cerca il riscatto dopo una stagione difficile con le merengues e in precedenza anche con lArsenal, sperando di tornare ai livelli di Siviglia. Dove ha vissuto due annate memorabili, ma ormai lontane nel tempo. E chiede una maglia da attaccante. «Al Real dovevo fare spesso il centrocampista. Non che non mi piacesse, ma dovevo anche difendere e per un attaccante non è mai facile. Mi riesce meglio fare gol e il mio auspicio è di farne tantissimi. Il ruolo ideale? Seconda punta, quello che facevo a Siviglia. Spero che Spalletti sappia sfruttare al meglio le mie capacità, questo è lambiente dove poter tornare a esrimermi al 100 per cento».
Ha scelto il numero 19, quello che aveva a Madrid, e grazie al transfer arrivato in extremis, sarà la novità principale della Roma a San Siro nella finale di Supercoppa italiana. Con la possibilità di essere lapice del 4-2-3-1 ormai collaudato o in alternativa il secondo trequartista con Vucinic davanti a tutti in un più inedito 4-3-2-1. «Sono pronto, mi sono allenato molto prima di giungere a Roma. Il debutto con i nerazzurri? Un difficilissimo banco di prova, una finale è una finale».
Prevedibile quando gli vengono chiesti i nomi delle avversarie più pericolose per la Roma («Inter, Milan e Juventus»), altrettanto scontata la risposta a chi gli ricorda che con il Real ha fatto gol alla Lazio nellultima Champions: «Se riuscissi a fare il bis sarei contento». Anche perchè sa che non sarebbe la stessa cosa. Capitolo formazione: Spalletti ha recuperato il portiere Doni, ma non Taddei. Totti sta bene, ma partirà dalla panchina.
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