E sui Dico la Quercia alza il tiro: «La Chiesa vìola il Concordato»

Agnes (Osservatore Romano): «Ma non taceremo» Imbarazzo tra i cattolici della maggioranza

da Roma

La Chiesa non si fa imporre il silenzio e prosegue l’offensiva sui Dico. «Non taceremo - dice il direttore del quotidiano del Vaticano, Mario Agnes -. La preoccupazione del Papa sulle coppie di fatto non può non essere anche la preoccupazione dell'Osservatore Romano». Che, infatti, pubblica un libro intitolato: La verità sulla famiglia. Matrimoni e unioni di fatto nelle parole di Benedetto XVI.
Un’offensiva che l’Unione si aspettava, ma forse non così decisa. La capogruppo dell’Ulivo al Senato Anna Finocchiaro accusa il presidente dei vescovi, Camillo Ruini, di aver assunto «una posizione politica molto diretta». Con quale autorità, replica il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione, si vuole zittire il cardinale? La Cdl difende compatta la Chiesa e per la Finocchiaro cerca di prendere così il posto della vecchia Dc, come «filtro» delle sue opinioni.
L’ingerenza della gerarchia ecclesiastica, attacca il vicepresidente Ds del Senato Gavino Angius, è «una lesione grave del Concordato». È ormai «fuori dai limiti», incalza il leader Prc Franco Giordano. Le due «madrine» del ddl sulle coppie di fatto, Barbara Pollastrini (Ds) e Rosi Bindi (Margherita), continuano a sostenere che i Dico non sono un’alternativa alla famiglia basata sul matrimonio. La prima, titolare per le Pari Opportunità, dice: «Non abbasseremo la testa di fronte alle critiche, ma tutto può essere migliorato». E la ministra per la Famiglia assicura che crede nel matrimonio e il provvedimento è solo uno strumento per «superare la discriminazione». Voce fuori dal coro, l’Udeur chiede un passo indietro del governo. «Niente fiducia - dice Mauro Fabris - e dibattito parlamentare libero».
La Chiesa e la Cei non lasciano spazio a posizioni sfumate e preparano un documento vincolante per i fedeli contro i Dico. Per il rettore dell'Università Lateranense e cappellano di Montecitorio Rino Fisichella, i politici che si dicono credenti non potranno ignorarlo. «Per noi parlamentari cattolici è un momento di grande sofferenza», ammette Franco Laratta dei Dl. Il Servizio informazione religiosa della Cei definisce i Dico un’«inaccettabile deriva omeopatica, cioè per piccole dosi, verso qualcosa d'altro» rispetto alla famiglia fondata sul matrimonio eterosessuale, giudicato modello «esclusivo». Positivo, almeno, che il governo non ponga la fiducia. Anche la Federazione dei 160 settimanali cattolici critica con forza la scelta del governo sulle convivenze, «comprese quelle omosessuali, equiparate alle eterosessuali».
Per il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, se la legge sarà approvata, «i giovani chiederanno un matrimonio di comodo, meno impegnativo e con minori doveri». La discussione in parlamento, insiste, dovrà avvenire al di là dell’appartenenza politica. La risposta di An ai Dico è un «pacchetto famiglia», firmato da Altero Matteoli e Mario Baldassarri: meno tasse, zero Ici sulla prima casa, deducibilità totale delle spese per l'istruzione dei figli e, in parte, per l'assistenza sanitaria ai nonni.

Il dibattito sulle coppie di fatto, per l’ultimo sondaggio di Nicola Piepoli, non premia l’Unione: c’è poca fiducia nel governo e la Cdl è avanti di circa 8 punti, anche per questo. «La maggioranza stava recuperando qualcosa, poi è tornata al livello precedente dopo il via libera del Consiglio dei ministri al ddl sulle unione civili».

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