Ecco come il Comune è riuscito a rovinare il bel borgo marinaro

Ecco come il Comune è riuscito  a rovinare il bel borgo marinaro

Laddove c'era un bel borgo marinaro ora c'è uno spiaggione di ghiaia a spigoli vivi. E c'è una richiesta di archiviazione laddove c'era una denuncia penale per inondazione, disastro, deturpamento di bellezza naturale, danneggiamento al patrimonio nazionale contro il sindaco Vincenzi, gli ex assessori Seggi e Morgano, gli attuali assessori Farello e Margini, il dirigente comunale Murchio e la responsabile di Aster Airenti.
Rischia di finire nel peggiore dei modi la vicenda di Vernazzola, la piccola baia che l'anno scorso Palazzo Tursi ha deciso di ripascere con 9500 metri cubi di materiale di cava contro la volontà di buona parte degli abitanti della zona. A ecosistema e paesaggio modificati le mareggiate degli ultimi mesi hanno risposto invadendo case e terrazzi, come mai accaduto prima.
E mentre un numero sproporzionato di bagnanti ha preso possesso del bagnasciuga, il timore è che nessuno paghi per quelli che sembrano evidenti errori di progettazione.
«La spiaggia è stata quadruplicata ed è stata alzata tanto che quasi non si vede più la vecchia scaletta d'accesso - spiega l'avvocato Enrico Bonavera, firmatario della denuncia, nonché residente - nonostante le nostre vibranti proteste e senza consultarci è stato fatto un pasticcio per dolo e approssimazione. E così quest'inverno il mare ha provocato ingenti danni e ora d'estate c'è talmente tanta gente, sia di giorno che di notte, da renderci la vita impossibile».
A supporto dell'esposto è stata prodotta una perizia tecnica che elenca i difetti dell'intervento voluto dal Comune: anche se il progetto prevedeva l'utilizzo di ghiaia di fiume si è messo in opera materiale diverso e inadatto, si è andati a incidere pesantemente sulla conformazione paesaggistica della baia e non si sono tenute in debita considerazione l'orientamento della spiaggia, i treni ondosi cui è esposta e le modificazioni morfologiche del fondale con conseguente aumento del rischio, favorito da una sorta di trampolino di lancio artificiale per i flutti, così come dimostrato dalle prime mareggiate autunnali del 2009 e dalla più grave libecciata di Capodanno.
Basta confrontare le fotografie di com'era Vernazzola due anni fa con la realtà di oggi per rendersi conto dei cambiamenti conseguenti ai lavori: nella prima metà del '900, addirittura, esisteva solo una spiaggetta nell'angolo di ponente più qualche scoglio, rifugio per tanti polpi adesso scomparsi.
Perché quindi sono stati sprecati 800mila euro, anche di finanziamenti europei, per ripristinare una spiaggia che non c'era? E soprattutto perché, dopo la mareggiata di inizio anno, si è buttato via altro denaro pubblico per strappare nuovamente al mare quegli spazi?
Fallita la politica dei Comitati (nati l'anno scorso), Bonavera ha deciso di ricorrere per vie legali per provare ad avere delle risposte. Ma, ancora prima che si potesse entrare nel merito della questione, il gip ha disposto l'archiviazione del fascicolo.
«Abbiamo già fatto ricorso contro questa decisione e aspettiamo il responso dopo l'estate», annuncia, promettendo battaglia, il denunciante che forse non spera di vedere il sindaco in manette per la vicenda ma auspica che vengano accertate colpe e responsabilità.


Per rimediare almeno parzialmente al grave danno fatto basterebbe in fondo, sostengono i residenti, che il Comune aggiustasse l'arenile e regolasse l'afflusso di bagnanti al borgo istituendo una zona a sosta limitata.
Nulla, è purtroppo certo, potrà però restituire a Genova la vecchia Vernazzola, altro tesoro di Liguria buttato via.

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