Roma - Domani il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, indicherà alla Camera la strada che il governo intende percorrere fino alla fine della legislatura.
Una via che si articola su cinque capisaldi: i cinque punti del programma, noti da oltre un mese, ma passati sotto silenzio a causa delle polemiche degli esponenti finiani. Polemiche che hanno allontanato il dibattito politico da temi che interessano i cittadini molto più della sterile propaganda sul futuro e sulla libertà.
Fisco. Il rapporto tra lo Stato e i cittadini va reincanalato sui binari della fiducia. Lo scopo è costruire un sistema dove sia chiaro che lo Stato non è un nemico esoso. Per garantire l'equità ci sono tre vie: il quoziente famigliare, la lotta all'evasione fiscale, la diretta corrispondenza tra imposte versate allo Stato e l'efficienza nei servizi tagliando qualunque spreco di risorse.
Federalismo fiscale. Lo scopo è avvicinare lo Stato al cittadino di modo che quest'ultimo possa effettivamente controllare come sono impiegate le entrate pubbliche. Lo Stato federale chiede a ciascuno una percentuale del proprio reddito, ma non è più un'entità astratta, ma una realtà vicina, nel municipio, nella Provincia e nella Regione. Chi spenderà male non solo dovrà render conto, ma pagherà. Grazie al federalismo fiscale, inoltre, potrà stabilirsi una concorrenza virtuosa tra Regioni, e non converrà più ai governatori aumentare le spese per creare clientele. Chi alimenta la macchina degli sprechi non potrà più essere rieletto.
Giustizia. Una riforma per renderla più veloce e più snella. Insomma, una giustizia a misura del cittadino. La lentezza della giustizia civile allontana gli investimenti esteri, rende insicuri i crediti, e l'ingolfamento dei procedimento nei tribunali garantisce chi ha torto. In campo penale stessi problemi con un'ulteriore aggravante: la lunghezza del processo diventa una forma di pena scontata anche dagli innocenti. Prevista infine una riforma del Csm per mettere fine al predominio della minoranza rumorosa e ideologizzata della magistratura politicizzata.
Mezzogiorno. Il governo intende mettere in campo provvedimenti concreti e organici: investimenti nelle grandi e piccole infrastrutture, fiscalità premiali, incentivi ad una imprenditorialità creativa.
Sicurezza e immigrazione. Si tratta dell'unico punto programmatico che non richiede un'autorizzazione ad operare per via legislativa. In questo campo, infatti, le leggi sono già state fatte, come quella per il sequestro e la rapida confisca dei beni mafiosi finalizzata all'uso sociale, . Le operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno ripulito vaste aree dal personale del crimine. In due anni 6.483 arresti, in manette 26 superlatitanti. Lo stesso vale per il contrasto all'immigrazione clandestina.
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