«Ecco perché il debito del Lazio resterà invariato»

Comunque vada è ormai cosa certa che da qui alla fine dell’anno, il disavanzo sanitario corrente rimarrà senza copertura finanziaria. Non sono serviti i tagli all’assistenza con la riduzione dei reparti ospedalieri né l’accorpamento di alcune specialità ambulatoriali, non sono state sufficienti le misure correttive adottate con l’inserimento del ticket sui farmaci ancora sotto il vincolo di brevetto, non ha aiutato la chiusura preventivata degli ospedali Forlanini e San Giacomo. Insomma, «le misure adottate dal presidente Marrazzo per coprire il deficit sanitario dell’anno corrente e presentate al governo sono inadeguate e tali rimangono. Le sue dichiarazioni vanno totalmente smentite e non c’è alcuna riserva che dovrà essere chiarita entro il prossimo mese». A sostenerlo è il senatore Cesare Cursi (Pdl), presidente dell’Osservatorio Sanità e salute e presidente della commissione Industria, commercio e turismo di Palazzo Madama, che spiega quanto sia problematica la situazione dell’erario regionale: «Basta leggere il documento scaturito dal tavolo tecnico del ministero dell’Economia per comprendere che il deficit corrente non è stato azzerato. Anzi, malgrado le misure adottate, lo scoperto che si otterrà ancora a fine anno rimane calcolabile tra i 250 e i 280 milioni di euro». «Restano, cioè, confermate le dichiarazioni conclusive del 4 agosto scorso, quando - prosegue l’esponente del Pdl - gli stessi tecnici del Tesoro confermavano i disavanzi strutturali, l’inadeguatezza della politica gestionale del Lazio e i provvedimenti in via di adozione». E allora l’auspicio di Piero Marrazzo che il governo sblocchi il finanziamento dei 5 miliardi di euro dove si fonda? «È del tutto fuori luogo perché è proprio dal bilancio che viene l’impossibilità di erogare il finanziamento dei 5 miliardi. Per erogarlo - chiarisce Cursi - bisogna essere in linea con i conti. Invece in questo caso siamo certi che da qui alla fine dell’anno il debito può solo crescere. Infatti i nuovi provvedimenti risultano inefficaci perché per tre i mesi restanti del 2008 hanno un impatto finanziario nullo. È chiaro che con queste premesse il governo dovrà prendere un’ulteriore decisione». Che arrivi o no un commissario esterno per la Sanità il debito, per Cesare Cursi, dimostra l’incapacità gestionale di Marrazzo anche se «c’è un indubbio passo avanti rispetto al passato. Dopo tre anni di mere intenzioni finalmente il commissario Marrazzo ha portato all’esame dei tecnici ministeriali documenti concreti. Il fatto che siano ben 28 delibere commissariali, corredate da 100 atti amministrativi, dimostra buona volontà ma non sostanza. Anzi non c’è, ad ora, nessuna certezza da parte dei tecnici che si sia riusciti a trovare le risorse per centrare il piano di rientro firmato nel febbraio 2006 con l’ex governo Prodi. La sensazione è esattamente contraria.

Il fatto poi che, tra le discutibili riduzioni annunciate, come quelle della chiusura degli ospedali del Viterbese, di Magliano, Amatrice e Ceccano, dopo la giusta insurrezione della popolazione locale, in fretta e furia si sia dichiarato che tutte queste strutture non solo non saranno chiuse, ma potenziate, questo la dice lunga sulla attendibilità dei risparmi attesi».

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