Camilla Golzi Saporiti
Troppo smog, ancora troppo smog. E ancora si procede, da Torino a Roma, da Milano a Firenze, con misure temporanee utili a tamponare l'emergenza delle polveri sottili sopra la soglia, non ad affrontarla o risolverla però. Così a Roma scatta lo stop alla circolazione dei diesel Euro 6, con tutti i disagi e le polemiche del caso, in Piemonte, Toscana e Lombardia partono per l'ennesima volta le limitazioni del traffico e le domeniche ecologiche. Intanto l'Unione europea ribadisce che la conversione verde non è più rimandabile. Fissa obiettivi e scadenze nel cosiddetto Green Deal e, pur di rispettarli, è pronta a sganciare mille miliardi di euro. Un contributo importante che potrebbe concretamente sostenere il percorso che aspetta l'Italia al varco e che stenta a mettersi in moto. È anche questo che emerge dall'ultimo rapporto MobilitAria 2019, redatto da un gruppo di esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto sull'Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) e dal Kyoto Club con la collaborazione dell'Osservatorio Politiche Mobilità Urbana Sostenibile di ISFORT. Il documento descrive l'andamento della qualità dell'aria e delle politiche di mobilità urbana nelle principali città italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) nel biennio 2017-2018. Consapevole dei molti fattori, dal clima alle attività industriali, al riscaldamento domestico, che incidono sull'inquinamento, si concentra sui trasporti, offrendo dettagli aggiornati e possibili soluzioni. Il motivo? «L'Italia è indietro da questo punto di vista rispetto agli standard europei, pur avendo tutte le possibilità per riscattarsi», spiega Francesco Petracchini, ricercatore del CNR-IIA nel team MobilitAria.
A fronte di un lieve miglioramento riscontrato negli anni passati sia in termini di concentrazione di inquinanti sia in riferimento ad alcuni indici di mobilità sostenibile, siamo il Paese con il maggior numero di veicoli circolanti (650 per mille abitanti in media, quando in Europa se ne contano circa 380) e spesso sono veicoli vetusti, quindi più inquinanti. Tanto per entrare nel merito, a Napoli il 50% dei mezzi privati circolanti sono sotto gli Euro 2. Non solo. A Cagliari il 70% degli abitanti si muove in auto. A Reggio Calabria le piste ciclabili si fermano ai 5 chilometri. E in tutt'Italia la mobilità dolce, alias il muoversi a piedi, in bici, in monopattino elettrico, arranca.
Per venir fuori dallo stallo e dall'emergenza più che domeniche green e limiti alla circolazione occorre mettere in pratica accordi tra l'altro già pronti e firmati, dal Piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria pubblicato sul sito del Ministero dell'ambiente a giugno ai Piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS), e coordinarli a livello pubblico e privato con tutte le realtà coinvolte. Come Enel X, la business line di Enel dedicata ai prodotti innovativi e alle soluzioni digitali, che su questo fronte è in prima linea.
Dal punto di vista infrastrutturale l'obiettivo di Enel X è dotare il Paese di una rete di punti di ricarica capillare che elimini la paura di rimanere senza energia e senza una colonnina nelle vicinanze. Per questo ha avviato un piano per aumentare il numero delle stazioni di ricarica pubbliche su tutto il territorio nazionale. Il programma prevede di installare 28mila punti di ricarica entro il 2022. Ad oggi ne sono stati già installati oltre 8mila ed entro quest'anno il traguardo è toccare quota 8.300.
Per la realizzazione del piano sono stati coinvolti mille Comuni e attori privati proponendo l'installazione di infrastrutture nei centri commerciali. Enel X sta anche collaborando con il consorzio Ionity per installare le prime infrastrutture ultrafast in Italia: 20 siti che ospiteranno fino a 6 colonnine in grado di ricaricare i veicoli elettrici in una decina di minuti.
In parallelo si è concluso il Progetto pilota europeo EVA+, grazie al quale sono state installate 200 stazioni di ricarica (180 in Italia) lungo i corridoi autostradali tra Italia e Austria. Solo continuando in questa direzione, l'impegno potrà essere premiato e il problema affrontato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.