Ecco la seconda vita dell’odiato scontrino

Utilizzato come "gratta e vinci", per messaggi pubblicitari e buoni acquisto (spesso impossibili): un bigliettino tutto da sfruttare

Ecco la seconda vita  dell’odiato scontrino

Scambio di battute sentito ieri in un bar milanese: «Un pacchetto di caramelle, grazie».
«Un euro e 50, prego...».
«Ecco a lei... Ma lo scontrino?».
«E dove crede di essere, a Cortina?».
Gli allergici al «pezzettino di carta» del post-acquisto sono ossi durissimi. Esattamente come lo scheletrico commerciante de I soliti idioti che - alla richiesta dello scontrino da parte del cliente - si fa prendere dalle convulsioni, sente voci demoniache e fugge dal negozio terrorizzato. Tutto per non rilasciare quel bigliettino divenuto il simbolo dell’italica furbizia. Cialtroni travestiti da negozianti che incassano e poi fanno i distratti. Noi - consumatori - non siamo meno «schettini» di loro: magari, in cambio di un piccolo sconto, ci adeguiamo all’andazzo abbandonando il negozio anche se non sta calando a picco e anzi naviga che è un piacere.
Se poi scattano i controlli, eccoci lì a piangere: «ma è una persecuzione»; «così si spaventano i clienti»; «si deprimono i consumi»; «si perseguita un’intera categoria»; «non si può fare di tutta l’erba un fascio» ecc.
Complice la nuova era dei blitz fiscali (roba di facciata certo, ma sempre meglio di niente...), in giro di scontrini se ne vedono di più. Sulla rete i gruppi «pro-scontrino» si moltiplicano e la caccia al commerciante fiscally scorrect è entrata nel vivo.
Su Facebook è attivo il gruppo «Amici dello scontrino e della fattura» che conta oltre 5mila iscritti inviperiti contro chi evade. Testimonianze di disavventure fiscali e qualche idea per arginare il fenomeno. Come questa: «Basterebbe associare il codice fiscale ad ogni pagamento (come in farmacia per esempio) - scrive un utente - ed avere sconti nella cartella esattoriale». Intanto evasori.info tiene a sottolineare come vi sia «la possibilità, in modo assolutamente anonimo, di denunciare una situazione di evasione indicando l’ora, il luogo e l’ammontare dell’evasione». Rincara la dose tassa.li che «dà l’opportunià di segnalare in modo anonimo episodi di evasione fiscale. Combatti l’evasione fiscale ogni volta che non ti viene fatto lo scontrino o emessa la fattura per beni o servizi pagati». Intanto la nuova vita dello scontrino è sancita anche da una serie di iniziatine che lo hanno di fatto trasformato in una sorta di piccolo tazebao al servizio di pubblicità, messaggi sociali (contro l’abuso di alcol da parte dei giovani, lotta alla droga, sensibilizzazione ai danni del fumo ecc.) «offerte-lancio» che a volte sembrano però più delle prese in giro (vedi la notizia nel box qui sotto).
Ma c’è un sistema per fare in modo che lo scontrino - da optional fiscale qual è - si trasformi in un obbligo di legge come accade in tutti i paesi civili? Sembra assurdo, ma qualcuno l’idea vincente potrebbe venire da Taipei. Nel distretto municipale della Repubblica popolare cinese sul retro di ogni scontrino fiscale è stato inserito un numero che partecipa alla lotteria istantanea sul modello «gratta e vinci».
Al riguardo - si legge sul sito www.fiscooggi.it - gli ispettori locali, prima dell’introduzione dello scontrino/lotteria, avevano notato alcune anomalie: in particolare, era stato osservato che i 3/4 delle imposte erano versati dal 2% dei negozi stranieri mentre soltanto la parte residua delle tasse (1/4) veniva pagata dal 98% dei colleghi cinesi. Da qui l’esigenza di contrastare l’evasione dell’Iva attraverso un meccanismo che comportasse un contrasto di interessi per i contribuenti e costringere tutti a emettere regolare scontrino fiscale.
Il sistema messo a punto a Taipei collega il gioco del lotto allo scontrino fiscale. Su ogni ricevuta emessa (ad Iva 5%) è stampato un numero che si genera attraverso un algoritmo in modo automatico. Il governo di Taiwan, in precise date del mese, pubblica (su vari mezzi di informazione) i numeri vincenti. I clienti che risultano possessori dello scontrino/biglietto possono recarsi presso l’esercente che ha emesso la ricevuta e ottenere consegnandogli il tagliando la somma in contanti, che, può variare tra un minimo di 5 dollari e un massimo di 200 dollari.
Anche sul piano tecnologico il metodo adottato per la stampa degli scontrini sembra relativamente semplice e i costi per il controllo sono modesti tenuto conto che le sole ricevute fiscali che devono essere verificate sono quelle risultate vincenti.
A parità di spesa per l’Erario, questo sistema, stando alle stime, avrebbe creato un vero e proprio stimolo per il consumatore, posto che molti di questi ora richiedono lo scontrino fiscale a fronte della possibilità di una vincita che, seppur minima, risulta essere assai probabile.
Un’idea similare sta trovando piede anche in occidente. In Europa, infatti, alcuni partiti francesi stanno valutando l’ipotesi di una legge che introduca il sistema dello scontrino/lotteria come utilizzato nei Paesi orientali.


Anche nel nostro Paese l’esperienza cinese ha dato vita alla proposta di legge n. 2821/2009 che dispone l’Istituzione dello scontrino fiscale «gratta e vinci» per la lotta contro l’evasione fiscale. Un’ottima idea che rimane chiusa in un cassetto. E lì rimarrà a prendere polvere. Scommettiamo?

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