Ecco il «trio terribile» del pop italiano

Paola Turci, Marina Rei e Max Gazzè reinterpretano i loro più grandi successi

«Forse ci divertiamo un po’ troppo insieme». Eccoli Max Gazzè, Paola Turci e Marina Rei, divertenti e divertiti con questo loro sorprendente tour estivo in trio, che arriva questa sera alla Cavea del Parco della Musica (ore 21). Sono veri eventi le collaborazioni fra artisti. In un mondo dello spettacolo che è spesso ricco di contrapposizioni, invidie e rivalità, decidere di esibirsi insieme, di fare un tour «di comune accordo» è sempre una piacevole sorpresa. «Di comune accordo», proprio come il titolo scelto per questa tournée estiva che è uno scambio proficuo di belle canzoni tra questi tre artisti, ottimi musicisti e amici anche nella vita. Una bella sinergia quella tra i tre, una contaminazione musicale unita da un unico filone conduttore: la passione per la musica. Max, Marina e Paola collaborano insieme da molti anni, la loro è una lunga storia in primo luogo d’amicizia. Un trio che è già di per sé una band. «Io suono il basso, Marina le percussioni e Paola la chitarra - spiega Gazzè - il punto di partenza direi che era gia ottimo per realizzare questo progetto, che è venuto quasi naturale». Da Il timido ubriaco di Gazzè a Stato di calma apparente della Turci, fino alla bella Al di là di questi anni della Rei, il repertorio dei tre è stato accordato sapientemente, e le canzoni scelte sono state riarrangiate. «Non abbiamo voluto fare una semplice sommatoria dei nostri repertori. Li abbiamo rielaborati partendo da noi tre, e non dalla semplice interpretazione dei singoli brani - aggiunge la Rei - un iter creativo che in alcuni casi ha stravolto le nostre canzoni».

Il divertimento, il piacere dell’essere insieme, del poter mettere finalmente mano - e voce - alle canzoni dell’altro, il potersi punzecchiare impunemente davanti a migliaia di persone è stata la molla che ha fatto scattare il progetto. «È una cosa incredibile! - racconta la Turci - a volte mentre sto suonando guardo la faccia di Max e mi viene da scoppiare a ridere, o di fermarmi e rispondere a una battuta!»

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