Ecologia, soddisfazione e riduzione dei costi

Gare al ribasso sul prezzo, valutazioni comparative settoriali tra più fornitori e selezioni basate su criteri estemporanei: le modalità per acquisire le vetture aziendali sono molteplici e spesso non riconducibili a un approccio sistematico che tiene conto di tutte le variabili, finanziarie, logistiche e ambientali connesse alla locazione e all’uso dei veicoli.
Ma la crisi e l’esigenza di minimizzare i costi di gestione del parco auto sono destinate a cambiare il comportamento delle aziende. «Che mostrano di comprendere - sottolinea Jaromír Hájek, ad di LeasePlan Italia, tra i principali operatori del noleggio a lungo termine - l’importanza di analizzare in dettaglio il processo di acquisto e l’attività di gestione della flotta per individuare i margini di miglioramento: razionalizzare è d’obbligo, ma non è semplice e, soprattutto, non significa esasperare il risparmio. Bisogna invece trovare il giusto punto di equilibrio tra controllo dei costi, sostenibilità ambientale e soddisfazione dei dipendenti che usano le vetture».
Una quadratura che risponde alla necessità di ottimizzare la car policy senza scontentare i guidatori con un downsizing troppo drastico delle auto (in termini di dimensioni, cilindrata e allestimenti) e, comunque, commisurato ai dettami di ecocompatibilità che a breve diventeranno un obbligo normativo. «È un approccio inedito, senza dubbio vincente per le flotte aziendali, come dimostra il successo dei progetti pilota condotti in alcune grandi aziende, una metodica integrata che abbiamo denominato “Fleet Balance”, consistente in un’attività consulenziale tesa a definire, dopo aver confrontato la situazione di partenza con gli obiettivi, un programma di interventi su misura». L’analisi preliminare dei costi, che punta innanzitutto a eliminare gli oneri nascosti e quelli superflui, si avvale di un programma informatico, «Saving Accelerator», per dettagliare le singole voci (costi gestionali, manutenzione, interessi, svalutazione, carburante, polizze e tasse) e definire il loro peso nell’ambito della car policy e della gestione corrente; a seguire, ecco il coinvolgimento nella valutazione della strategia più idonea non solo del fleet manager ma anche degli altri interlocutori interessati, dal responsabile finanziario al direttore del personale. «Poiché l’auto aziendale - spiega Hájek - è un benefit usato anche per gratificare i dipendenti, è fondamentale misurarne la soddisfazione e mantenerla elevata. D’altro canto, pure l’impegno ambientale per la riduzione delle emissioni di CO2 della flotta va obbligatoriamente considerato; “EcoCalculator” è un software, sviluppato nell’ambito del programma di mobilità ecocompatibile “GreenPlan”, che ne misura il livello medio assieme al consumo e ai costi del carburante». Dall’incrocio dei vari parametri, cui l’azienda attribuisce il livello d’importanza nell’economia complessiva di gestione, può scaturire la sintesi ottimale. «Un punto di equilibrio consapevole che, con il nostro aiuto, traccia la migliore soluzione per ridurre gli oneri ottimizzando i servizi. Peraltro, grazie all’approccio analitico, l’azienda comprende che il parametro sul quale basarsi non è il canone mensile, ma il costo totale di esercizio delle vetture. Più in generale, “Fleet Balance” mette in luce le contraddizioni insite nella gestione della flotta aziendale, evidenziando i cambiamenti che originano agendo sulle diverse leve». E segnalando anche i rischi allorché si spinge troppo su un’area a scapito delle altre.

«Sta all'azienda, in base a una scelta strategica - puntualizza l’ad di LeasePlan - intervenire sulle opportunità di risparmio», dalla carta carburante alle polizze con franchigia e alla rivalutazione dei contratti, cercando di evitare costosi errori come la sottostima del chilometraggio. «Il contributo di “Fleet Balance” sta nel mettere l'azienda in condizioni di pianificare e decidere con piena consapevolezza».

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