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"In manette il fondatore di Evergrande": nuova tegola sul colosso cinese

La Cina ha messo Hui Ka Yan, il miliardario fondatore di Evergrande, sotto controllo della polizia. Intanto aumentano i timori sulla sorte del gruppo di Shenzhen

"In manette il fondatore di Evergrande": nuova tegola sul colosso cinese
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Hui Ka Yan, presidente e fondatore del colosso cinese China Evergrande Group, è stato messo sotto controllo e monitorato dalla polizia. Fonti anonime hanno fatto sapere che il miliardario sarebbe stato prelevato dalle autorità all'inizio di questo mese, e che da quel momento in poi si troverebbe sotto sorveglianza presso un "sito designato". Non sappiamo se Hui si trovi agli arresti domiciliari o meno. Nei suoi confronti la polizia cinese sarebbe infatti ricorsa a una misura che non comporterebbe la notifica formale di un arresto, e che non anticiperebbe necessariamente una incriminazione.

Il fondatore di Evergrande sotto sorveglianza

Hui, il cui nome in mandarino è Xu Jiayin, è stato portato via dagli agenti agli inizi di settembre ed "è monitorato in un luogo designato", in uno stato di "sorveglianza domiciliare" che non comporta l'arresto o l'imputazione specifica di reati, ha scritto Bloomberg. Evergrande ha rifiutato di commentare le indiscrezioni, anche se all'inizio di settembre la polizia cinese ha arrestato alcuni dipendenti dell'unità di gestione patrimoniale del gruppo, suggerendo la possibilità di una nuova indagine che si sommerebbe alla lista dei problemi del colosso immobiliare in crisi.

Evergrande è lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo, con oneri per oltre 300 miliardi di dollari, e alle prese con una crescente pressione da parte dei suoi creditori. Il settore immobiliare cinese ha conosciuto una crescita folgorante negli ultimi decenni, in un Paese in cui l'acquisto di una proprietà ancor prima della sua costruzione serve a finanziare altri progetti. Ma l'indebitamento del gruppo ha raggiunto livelli tali che le autorità hanno deciso di porre un freno a partire dal 2020. Da allora, l'accesso al credito si è notevolmente ridotto per questi gruppi, alcuni dei quali ora faticano a completare i loro progetti, alimentando una crisi di fiducia con i potenziali acquirenti che sta deprimendo i prezzi.

Cosa succede al gruppo

All'inizio di questa settimana, Hengda Real Estate, l'unità principale di Evergrande nella Cina continentale, ha mancato i pagamenti di capitale e interessi su un'obbligazione di 4 miliardi di yuan (450 milioni di sterline). Il gruppo ha dichiarato di non essere in grado di vendere nuovi debiti - una parte fondamentale del suo piano di ristrutturazione proposto - perché è oggetto di indagine da parte delle autorità cinesi.

All'inizio di quest'anno, la società ha deposto un piano per compensare gli investitori con note legate alle sue filiali quotate di Hong Kong, che includono una società di veicoli elettrici e un'attività di gestione immobiliare. Evergrande, che ha annullato le riunioni con i creditori previste per questa settimana, non può ora emettere nuove note contro quelle imprese. Il colosso, sempre più dai piedi di argilla, deve affrontare un'udienza in tribunale a Hong Kong che potrebbe costringerlo alla liquidazione. L'udienza, che era prevista per luglio, si terrà il 30 ottobre.

Nelle ultime ore, intanto, i titoli in Borsa dello sviluppatore immobiliare cinese hanno ceduto quasi il 7% (-6,98%) dopo che la sua principale controllata sul mercato

domestico, la citata Hengda Real Estate, ha riferito in una comunicazione alla Borsa di Shenzhen di non aver pagato capitale e interessi di un bond da 4 miliardi di yuan (547 milioni di dollari) in scadenza il 25 settembre.

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