"Abbiamo anticipato il 'Piano Mattei'". Andrea Torracca, fondatore di Esperienza-Italia, un’organizzazione culturale, nata con l'intento di aiutare le imprese e le istituzioni nel reperimento dei fondi del Pnrr e del Recovery Fund, si dice molto soddisfatto per i risultati ottenuti all'estero dopo aver chiuso col Senegal un appalto da 50 milioni per la ristrutturazione che alcune aziende italiane effettueranno sugli edifici pubblici senegalesi.
Di cosa si tratta esattamente?
"Vede, da anni, seguiamo dossier complessi: da un lato il mismatching tra domanda e offerta, la formazione e il ricollocamento e dall’altro lato l’approvvigionamento delle materie prime derivanti dal cambiamento climatico. Abbiamo, poi, dei rapporti con vari Stati esteri con cui stiamo sviluppando alcuni progetti e quello col Senegal riguarda anche la nascita di Uni-Ita, un campus delle arti e dei mestieri del made in Italy, un’evoluzione del sistema duale tedesco per cui noi, sia che si tratti di un liceo sia di un’università, andiamo a fare formazione. In questo caso, seguendo le indicazioni del Piano Mattei, aiutiamo il Senegal che avrebbe le risorse, ma non riesce a ottimizzarle perché privo di manodopera qualificata come in agricoltura".
Quali sarebbero i vantaggi per l'Italia?
"In Italia abbiamo giovani laureati perlopiù in materie umanistiche, avremo persone qualificate da portare a lavorare nelle nostre aziende. Questo altro non è che ciò che prevede il nuovo decreto flussi: le persone altamente qualificate già formate all’estero possono saltare il numero delle quote stabilite di anno in anno. Lo stesso progetto partirà sia in Albania sia in Tunisia".
Queste operazioni aumenteranno la crescita economica di questi Paesi?
"Questo sistema è teso a cercare di rallentare le partenze verso l’Italia. Solo la settimana scorsa nel Mediterraneo sono morti 300 ragazzi senegalesi che potevano essere formati e messi a lavorare nel settore agricolo , nella falegnameria, nella pesca. È un accordo win-win perché in Senegal, hanno le materie prime, ma nessuno che faccia loro formazione e che renda produttiva la loro agricoltura, la loro pesca o la loro industria e che possa portare reddito e occupazione. L’Italia, invece, avrebbe meno immigrazione illegale e più manodopera qualificata per le aziende italiane che potrebbero così ottenere anche maggiori commesse".
Voi, in pratica, avete anticipato il ‘Piano Mattei’?
“Sì, non volevo sembrare arrogrante, ma noi il Piano Mattei lo stiamo già applicando. Basi pensare che io sono andato in Senegal nel 2013, ma solo ora questo governo sta riuscendo a dare una visione effettiva per essere maggiormente performanti all’estero.
Abbiamo finalmente capito che esistono dei mercati nei quali possiamo entrare, mentre Francia e Germania hannxo sempre avuto una politica estera migliore da questo punto di vista. Dobbiamo avere un approccio più aperto e, col ‘Piano Mattei’, questo ci può essere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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