Gli stoccaggi di gas in Italia, complice la seconda metà dell'autunno notevolmente mite, stanno mantenendosi su livelli record per questa parte dell'anno e potrebbero permettere a Roma di affrontare tutto sommato indenne il primo inverno senza gas russo. A segnalarlo Staffetta Quotidiana su Twitter. Non al massimo di sempre, segnala la più antica rivista italiana di campo energetica, ma sicuramente a un livello tale da consentirci di parlare di vantaggi accumulati sul gas:
PS così i dati "spacchettati" (fonte GIE Agsi+ ossia per l'Italia i gestori Snam, Edison e IGS) pic.twitter.com/58oSbvkHh2
— Staffetta Quotidiana (@Staffetta) November 14, 2022
Roma in sostanza si assesta stabilmente sopra i 16 miliardi di metri cubi di gas stoccato nelle sue riserve in una fase in cui, normalmente, dall'1 novembre iniziava la discesa dele disponibilità del sistema-Paese. Siamo sostanzialmente sulla media 2016-2019, col vantaggio di minori consumi relativi nel mese appena passato: a ottobre 2022 l'Italia ha consumato 3,9 miliardi di metri cubi di gas rispetto ai 5,3 di ottobre 2021, una diminuzione del 25,6% che ha rappresentato un toccasana per le riserve nazionali sempre meno dipendenti, quest'anno da Mosca, e fa ben sperare per una tenuta di sistema in inverno che dovrebbe ormai essere assicurata.
"A inizio ottobre, gli stoccaggi di gas (ossia il deposito nel sottosuolo di gas naturale prelevato dalla rete di trasporto nazionale e reimmesso in rete in funzione delle richieste del mercato) erano di 16,6 miliardi di metri cubi (Gmc), pari a un riempimento del 93 per cento della capacità totale", nota LaVoce.info. Una quantità, questa, "che potrebbe coprire circa il 31 per cento dei consumi invernali" senza intaccare la base dello stoccaggio strategico, una riserva da 4,5 miliardi di metri cubi, "mentre il restante 69 per cento deve essere assicurato dalla produzione nazionale (4 per cento) e dalle importazioni (65 per cento)". L'obiettivo è mantenere il più possibile stabili queste riserve, come sta accadendo ora, sostituendo la copertura da stoccaggi con quella da importazioni. In media, solo per i tre mesi tra dicembre e febbraio, il consumo è stato nel quinquennio passato di 26,6 miliardi di metri cubi, da aggiungere ai 7,1 di novembre per un totale di 33,7 miliardi di metri cubi.
Quando arriverà il momento della verità?
A ottobre l'Italia ha importato 4,96 miliardi di metri cubi di gas, per il 40,3% dall'Algeria divenuta prima fornitrice di oro blu, incrementando dunque le sue riserve di un prezioso miliardo. Mantenere una quota, diciamo, di 5 miliardi di metri cubi di gas naturale, tra novembre e febbraio consentirà di ottenere i 20 miliardi di metri cubi di gas che, unitamente ai 900-1.000 milioni di metri cubi e ai 12 miliardi di riserva non strategica consentirebbe di gestire in condizioni normali il fabbisogno. Le politiche di risparmio energetico possono, secondo l'Enea, abbattere a 31 miliardi di metri cubi i consumi nel periodo in consumo, consentendo un taglio di 2,7 preziosi miliardi che per la somma di ordinanze nazionali e locali possono essere sottratti alla domanda italiana.
Dunque l'inverno sembra destinato a essere più tranquillo del previsto. Ma, come sottolineato su Inside Over, il problema potrebbe essere solo rimandato: nel 2023 molti contratti di fornitura sostitutiva del gas russo, che si basava su consegne strutturali, siglati con Paesi come Algeria e Norvegia scadranno e si sarà punto a capo. Sarà l'inverno 2023 e non quello 2022 il vero momento della verità? Possibile. Nel frattempo alcuni mesi di respiro sono stati guadagnati.
E ora risulta necessario sfruttarli per ragionare seriamente di strategie energetiche strutturali e transizione ecologica. Nella consapevolezza che nel 2023 verranno meno anche i margini per elargire le decine di miliardi di sussidi spesi nel 2022 per calmierare le bollette galoppanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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