Il piano di Xi e la strategia dei tre anelli: cosa succede alla guerra dei dazi Usa-Cina

La Cina starebbe mettendo in atto un piano anti dazi dislocato su tre livelli. L'obiettivo numero uno di Pechino? Liberare il suo enorme mercato interno

Il piano di Xi e la strategia dei tre anelli: cosa succede alla guerra dei dazi Usa-Cina
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La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina è ormai entrata nel vivo. Mentre tutti i riflettori sono puntati sugli Usa e sull'amministrazione guidata da Donald Trump, pochi hanno analizzato gli strumenti che potrebbe utilizzare Pechino per rispondere a Washington al fine di neutralizzare le nefaste conseguenze delle tariffe. Nessuno è in grado di affermare con certezza se i dazi rappresentino una politica duratura degli Usa o se, al contrario, coincidano con una mossa negoziale e dunque momentanea. L'incertezza – oltre ovviamente a spaventare le aziende di tutto il mondo – solleva crescenti interrogativi in merito a come reagirà il Dragone alle pressioni rivali. Non tanto nell'immediato, quanto nel medio e lungo periodo.

I dazi visti dalla Cina

Possiamo avere un'idea più articolata della possibile reazione cinese ai dazi di Trump leggendo la lunga intervista che Yasheng Huang, esperto di Cina e docente alla Sloan School of Management del MIT, ha rilasciato al settimanale The New Yorker. "Penso sia chiaro che (i cinesi ndr) non vogliano una guerra commerciale. La loro economia è in difficoltà e il settore delle esportazioni è stato uno dei pochi punti di forza. L'anno scorso hanno registrato un surplus commerciale di quasi mille miliardi di dollari", ha sottolineato l'esperto spiegando però che Xi Jinping non ha alcuna intenzione di cedere.

Nel frattempo Pechino ha ridotto la dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti ma non ancora la dipendenza economica dal settore estero, ed è questo uno dei rebus che dovrà risolvere al più presto il Dragone. Come se non bastasse tre particolari aspetti dell'economia cinese, ovvero produttività, pil, occupazione, richiedono una solida performance nelle esportazioni, "semplicemente perché il settore immobiliare, che rappresentava quasi il trenta per cento dell'economia cinese, è in difficoltà", ha aggiunto Huang.

A detta dell'accademico, il modo migliore che avrebbe la Cina per proteggersi da altri quattro anni di Trump coinciderebbe nell'espansione dei mercati interni e nello sfruttarne il potenziale. Il rapporto tra consumi privati e pil, in Cina, è del resto solo del 39%. Per liberarlo Pechino potrebbe accelerare le riforme dell'hukou (gli attestati di residenza) e integrare così i lavoratori migranti nelle città. Huang sostiene tuttavia che il governo cinese non si fidi di Trump e consideri i suoi dazi un mezzo negoziale. Per questo il Dragone potrebbe semplicemente attendere dopo aver a sua volta imposto contro dazi e limitato l'export negli Usa di Terre Rare.

La strategia del Dragone

Secondo quanto riportato da The Diplomat, la Cina starebbe invece mettendo in atto un piano dislocato su tre livelli: rafforzare il suo fronte interno, rafforzare la pressione sugli Stati Uniti e riposizionarsi sulla scena mondiale. Oltre a rispondere colpo su colpo a Washington, Pechino si sta muovendo con cautela per gestire l'esposizione alle tariffe, mitigare i danni e riposizionarsi a livello globale. Ebbene, questa strategia sarebbe organizzata in tre livelli concentrici di risposta.

Al centro troviamo una spinta a tutto campo per stabilizzare l'economia interna. Il cerchio intermedio si concentra invece sul rimettere sotto pressione gli Stati Uniti in modo mirato, misurato e attento al rapporto costi-benefici. Il cerchio più esterno si rivolge infine al mondo più ampio, dove la Cina sta lavorando per contrastare l'isolamento diplomatico e ritagliarsi ancora più spazio in un ordine globale polarizzato. La priorità più immediata per Xi Jinping è la resilienza interna.

I politici cinesi sanno che l'escalation tariffaria non si attenuerà a breve, e non a caso hanno raddoppiato l'impegno nella loro continua svolta verso la domanda interna, ora elevata da obiettivo economico a imperativo strategico. Il braccio di ferro tra Trump e Pechino è appena iniziato.

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