Olaf Scholz ha mentito su Unicredit-Commerzbank dicendo che non ne era a conoscenza; oppure, peggio, non era stato informato dai suoi più stretti collaboratori dell’operazione in corso. Perché Berlino sapeva da tempo. Ecco le prove.
Sono roventi le linee telefoniche del governo tedesco tra il 10 e l'11 settembre scorso, con le chiamate che rimbalzano tra il ministero delle Finanze e la Cancelleria. Unicredit ha da poco annunciato di aver acquistato il 4,5% di Commerz e l'esecutivo federale chiede chiarezza sull'operazione. Al termine delle chiamate, il dicastero rivelerà alla stampa di essere stato colto di sorpresa. La transazione rientra nella vendita della partecipazione del 16,5% che lo Stato tedesco detiene in Commerz dal suo salvataggio al tempo della crisi finanziaria del 2008-2009. Il governo federale aveva annunciato da tempo la cessione della sua quota ed era noto l'interesse di Unicredit, che sul mercato - annuncerà più tardi - ha nel frattempo acquistato altre azioni di Commerzbank fino al 21%. È l'avvio di una scalata che la Germania respinge da subito, sebbene sostenga la necessità di costituire campioni industriali europei, soprattutto nel settore del credito. "Attacchi ostili, acquisizioni nemiche non vanno bene per le banche" e Unicredit ha agito "senza alcuna cooperazione, senza alcuna consultazione", tuona Scholz.
L'accusa è delle più gravi: l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, sarebbe partito alla conquista di Commerzbank senza consultare il governo federale che ne è il principale azionista. Tuttavia, è lo stesso ministero delle Finanze tedesco a smontare l'invettiva di Scholz. Nella risposta a una recente interrogazione presentata da Martin Hauer, deputato dell'Unione cristiano-democratica (Cdu) al Bundestag, il dicastero rivela che nel 2024 l'esecutivo di Scholz e Unicredit hanno tenuto diversi contatti sulla questione Commerz, prima che Orcel desse il via alla scalata. Le comunicazioni non hanno coinvolto direttamente né il cancelliere né il ministro delle Finanze Christian Lindner, ma i sottosegretari più influenti. In particolare, il 10 settembre, poco prima che Unicredit acquistasse il 4,5% della partecipazione statale in Commerzbank, il sottosegretario alle Finanze, Florian Toncar ha avuto un colloquio telefonico con Marion Höllinger, responsabile per la Germania del gruppo di Orcel. Al centro della conversazione, secondo il ministero di Lindner, "la partecipazione esistente di Unicredit in Commerz". Un'altra telefonata tra i due era avvenuta il 4 settembre. Di più. A maggio scorso, a Parigi, si era svolto un incontro tra Jörg Kukies, sottosegretario alla Cancelleria responsabile per l'Economia e le Finanze, e Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit: difficile che non abbiano parlato di Unione bancaria. Infine, sono ora noti contatti tra il ministero degli Esteri tedesco ed Erik Nielsen, capo economista dell'istituto di credito italiano. Comunicazioni ripetute nel tempo, che fanno vacillare dalle fondamenta il muro alzato da Scholz per difendere Commerz da Unicreidt. Una manovra che si può spiegare ormai soltanto con ragioni elettorali, in vista del voto per il rinnovo del Bundestag a settembre 2025. In grave difficoltà nei sondaggi, il cancelliere si erge a difensore sia di Commerz, fondamentale per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese tedesche, sia dei suoi lavoratori.
Insomma, pur di restare al governo, Scholz è pronto a sacrificare i campioni europei del credito e quell'Unione sovrana di cui afferma di essere paladino. Ancora una volta, per la Germania l'interesse europeo è prima di tutto tedesco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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