A2a cambia pelle e, con la presentazione del nuovo piano industriale 2021-2030, sveste i panni della multiutility dei territori per vestire quelli di una «life company». Un riposizionamento che va ben oltre il cambio di brand e che rivoluzionerà la società che si candida a essere uno dei leader della transizione energetica e dell'economia circolare con nuove mire, anche all'estero. Un cambio di passo, quello annunciato dall'ad Renato Mazzoncini, che è piaciuto al mercato: l'azione è salita del 3,43% a 1,43 euro. E che prevede 16 miliardi di investimenti (6 miliardi per l'economia circolare e 10 per la transizione energetica), un'ebitda più che raddoppiato oltre 2,5 miliardi (il 2020 si chiuderà a 1,18 miliardi) e un utile netto in crescita di oltre l'8% medio annuo con un valore al 2030 superiore a 650 milioni, dai 300 del 2020. I dividendi minimi sono attesi in crescita del 3% medio l'anno. Con il nuovo piano «Life is our duty», la nuova società si focalizzerà su due macro-trend, economia circolare e transizione energetica. Le rinnovabili (60% fotovoltaico e il 40% eolico) contribuiranno con l'idroelettrico a generare il 58% della produzione di energia al 2030. La quota rimanente a ciclo combinato, invece, funzionerà a idrogeno e a metano, con l'obiettivo di dismettere gli impianti a carbone entro il 2022. La divisione energia è destinataria di 6 miliardi (40% del totale) degli investimenti, l'ambiente di 4 miliardi (24%) e le reti del restante 36 per cento. Il 73% degli investimenti riguarda business regolati o contrattualizzati. Quanto alla forza lavoro, A2a prevede 6mila assunzioni dirette da qui al 2030. «Il nuovo piano che segna un punto di svolta per A2a, persegue obiettivi di sostenibilità sfidanti e target economici importanti per il gruppo che si affaccia al mercato europeo», ha detto Mazzoncini, spiegando che «per la prima volta A2a ha una strategia di lungo termine».
Il gruppo punta 4 miliardi per investimenti e acquisizioni nelle energie rinnovabili. In particolare, le mire di A2a sono rivolte alla Spagna: «Stiamo lavorando su tutti i settori che possono portare il nostro contributo sui rifiuti speciali - indica - intendiamo gestire impianti di termovalorizzazione all'estero e la Spagna è il sorvegliato speciale».
A livello nazionale, invece, A2A ha intrapreso un percorso di espansione nazionale che punta a trasformare l'azienda da operatore territoriale con 2,9 milioni di clienti (elettricità e gas), a player nazionale con 6 milioni di clienti entro
il 2030. Un'ambizione che porta il gruppo a guardare anche al Sud: «Abbiamo ipotizzato un impianto di termovalorizzazione nel Centro e nel Sud Italia e presentato una manifestazione di interesse per l'Acquedotto pugliese».
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