Leonardo cavalca la spinta digitale verso la trasformazione della ex Finmeccanica da industria tradizionale della difesa a un big player dell'«AI», l'intelligenza artificiale. Business che sta mettendo e metterà sempre più a servizio dei settori in cui opera: quello dell'aerospazio (che sta riprendendo quota), la difesa e la sicurezza. Il gruppo - sotto la guida dell'ad Alessandro Profumo, nel mirino dei giudici per il caso Mps, ma ben saldo al vertice con un mandato che scade nel 2023 ha firmato di recente tre accordi a servizio di questo nuovo sviluppo, con Ericsson, Microsoft e Maire Tecnimont.
L'ex Finmeccanica collaborerà con il produttore di apparecchiature per le tlc svedese per esplorare e sviluppare soluzioni 5G e nuovi modelli di business per applicazioni che spaziano dall'industria, alla sicurezza pubblica, alle infrastrutture critiche.
La partnership riguarderà anche la cyber security, laddove le minacce informatiche stanno diventando sempre più complesse, in particolare per le infrastrutture critiche strategiche. Con Microsoft si concentrerà su progetti per la trasformazione digitale della PA e per le infrastrutture critiche nazionali, focalizzandosi sulla protezione dei dati e l'impiego di tecnologie e soluzioni cloud avanzate. Infine, con Maire, trasformerà a livello digitale gli impianti per la trasformazione delle risorse naturali e nella chimica verde, fornendo soluzioni integrate di cyber security e per la digitalizzazione dei processi operativi.
Tutto questo, e molti altri ambiti di applicazione, saranno possibili grazie a Davinci-1 il supercomputer di Leonardo istallato a Genova che permette di simulare test e prestazioni, nonché di agire da remoto, accelerando business e soluzioni e garantendo un risparmio notevole di costi. Grazie a questo sistema, il gruppo può effettuare, per esempio, interventi sugli elicotteri che si trovano anche in altri Paesi, agendo da remoto, senza dover intervenire fisicamente.
Tra i business più interessati alle sue prestazioni c'è l'aerospazio settore dal quale si attende una forte ripresa nei prossimi mesi.
Proprio in queste ore Airbus, il costruttore europeo di aeromobili con sede in Francia, ha previsto di aumentare la produzione di aerei già dal quarto trimestre di quest'anno. "Il settore dell'aviazione comincia a rimettersi dalla crisi del Covid 19", ha sottolineato il presidente, Guillame Faury. Il gruppo continua a prevedere un ritorno ai livelli ante crisi tra il 2023 e il 2025 per il mercato degli aerei commerciali grazie alla spinta del segmento degli apparecchi a fusoliera stretta. E anche se Leonardo è più esposta alla ripresa del business di Boeing, Airbus pesa per il 15% dei ricavi di Leonardo e la ripartenza europea è un segnale per tutto il settore.
A risollevare le prospettive del gruppo, che ieri a Piazza Affari ha toccato i massimi da oltre un mese (7,27 euro) per poi chiudere in rialzo dell'1,4% a 7,17 euro, anche i dati sulla ripresa Usa, da cui dipende una
parte importante dei ricavi del gruppo (il 27% solo nel settore Difesa). Il maxi budget di Biden per rilanciare l'economia Usa (5 trilioni di dollari per il 2022) creerà infatti per la società nuove importanti opportunità.
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