Alitalia, arriva la proposta di Etihad

Abu Dhabi fa un passo avanti nella trattativa, ma mancano i dettagli. Il ministro Lupi: "Una buona alleanza"

Alitalia, arriva la proposta di Etihad

Poco dopo le 17, l'annuncio del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: «Cinque minuti fa l'amministratore delegato di Alitalia, Del Torchio, mi ha comunicato che Etihad ha mandato una lettera in cui ha risposto alle osservazioni della nostra compagnia di bandiera, per cui in questo momento credo che Alitalia stia valutando i contenuti della proposta di Etihad che Del Torchio presenterà agli azionisti, agli stakeholder e al governo». A questo punto «lo stato della trattativa sta avanzando e crediamo che l'alleanza Alitalia-Etihad sia una buona alleanza per rilanciare il trasporto aereo in Italia e la nostra compagnia di bandiera».

La mail, in realtà, è arrivata a Fiumicino di prima mattina. Etihad ha confermato. Silenzio da Alitalia. Ma non si tratta ancora di un'offerta, ovvero di una formale lettera d'intenti. Il testo - stando a indiscrezioni di una fonte vicina - è un (sospirato) passo avanti nella trattativa, ma non fa cenno all'offerta economica né a un termine entro il quale concludere l'operazione. Gli arabi prendono atto delle assicurazioni da parte italiana sui temi più contrastati, e cioè personale, ristrutturazione del debito, Linate, stop ai vantaggi per le low cost, infrastrutture e contenziosi, ma non si tratta di un documento definitivo e la materia resta ancora fluida; la parola fine, ora più vicina, non arriverà prima dell'estate.
Ieri mattina, Alitalia ha incontrato i sindacati, senza far cenno né alla lettera né ad esuberi; Marco Veneziani, della Uil, ha riferito che l'azienda ha alzato da 290 a 400 il valore dei risparmi annui programmati. Questo fa intuire la pressione degli arabi per una profonda ristrutturazione del sistema dei costi.

Una delle questioni più delicate sul tavolo del governo riguarda una revisione del traffico all'aeroporto di Linate. Oggi lo scalo di Milano è regolato dal decreto Bersani in base al quale i movimenti possono essere non più di 18 all'ora, e ogni compagnia può avere non più di due collegamenti al giorno con le capitali europee. Già oggi le regole vengono aggirate grazie all'uso di stratagemmi sui quali le autorità non sono mai intervenute: per esempio, Alitalia e Air France, utilizzando una serie di codici di compagnie (o ex compagnie) controllate, hanno 14 voli al giorno per Parigi.

Al di là di questo, sul tavolo del governo ci sono tre ipotesi: tenere il tetto a 18 movimenti orari, ma consentendo i voli anche verso città non capitali; sempre 18 movimenti, ma aprire anche a città extra Ue; aumentare i movimenti e consentire Ue ed extra Ue. Da un punto di vista tecnico, nessun problema: nel 1997 Linate ha toccato il record di 36 movimenti all'ora. Piuttosto, il contingentamento dei voli era stato adottato per non danneggiare troppo Malpensa; e proprio con Malpensa andranno trovati adeguati compromessi, perchè qualunque apertura di Linate sottrarrà appeal all'ex-hub. In particolare, se cadono i limiti, si creerà una forte pressione di compagnie interessate a volare a Linate. Lupi - che ha replicato a Silvio Berlusconi, secondo il quale i problemi di Alitalia deriverebbero dai troppi dipendenti - ha negato polemiche su Malpensa con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ma gli ha chiesto di essere chiaro.

«Nel piano nazionale degli aeroporti il governo ha scritto che Malpensa è un aeroporto strategico. Si vuole chiudere Linate? Lo si dica e lo si chiuda, io sono perché rimanga aperto». Maroni aveva criticato l'ipotesi di un decreto che tolga gli attuali limiti di Linate.

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