È in programma per stamattina alle 9,30 il videoincontro su Alitalia tra i ministri economici italiani e il Commissario europeo alla concorrenza, Margrethe Vestager. Lo ha confermato ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, precisando che all'incontro parteciperanno i ministri Franco (Economia), Giovannini (Trasporti) e lo stesso Giorgetti, che non ha però citato il presidente del Consiglio Mario Draghi.
«Dal precedente governo abbiamo ereditato un piano che viene aggiornato e sarà negoziato con l'Ue. Domani avremo risposte più precise», ha detto il ministro.
Ci si chiede se l'incontro, della massima importanza, potrà essere risolutivo o se sarà interlocutorio. Sul tavolo il piano industriale della nuova Ita, revisionato dopo le osservazioni mandate da Bruxelles: una compagnia leggera, con una quarantina di aerei e 3-4mila dipendenti, capitalizzata con 3 miliardi pubblici. Ad essa, secondo le intenzioni italiane, dovrebbe essere autorizzata la cessione diretta delle attività di aviazione, lasciando terra e manutenzione a future gare da bandire.
Che il Paese abbia bisogno di «un vettore nazionale forte, che abbia sostenibilità sociale ed economica» lo ha sottolineato ieri anche il ministro Giovannini, secondo il quale Alitalia ha «un problema strutturale di posizionamento rispetto ad altri operatori» e questa situazione va sbloccata anche attraverso il negoziato con Bruxelles.
Ieri da Francoforte Lufthansa ha diffuso il dato a consuntivo del 2020: la perdita record dell'anno appena chiuso è stata di 6,7 miliardi, una cifra mostruosa, pari a 18 milioni al giorno. «L'Italia è il nostro principale mercato europeo per i voli e il secondo dopo gli Stati Uniti nel mondo e quindi una partnership commerciale è nei nostri piani», ha sottolineato il Ceo della compagnia tedesca Carsten Spohr, aggiungendo di aspettarsi «un dialogo più stringente nelle prossime settimane».
La partnership è quasi obbligatoria visto che l'intervento statale tedesco e il prestito concesso alla compagnia, impongono un tetto del 10% alle partecipazioni in altre società. Lufthansa lo scorso anno ha gestito solo il 31% della sua capacità; è attesa ora una maggiore domanda (50%) a breve termine, dall'estate, ma il ritorno a livelli vicini al pre-Covid (almeno il 90%) non viene previsto prima di «metà decennio». «Ci aspettiamo che la domanda riprenda non appena i limiti di viaggio saranno ridotti da un'ulteriore introduzione di test e vaccini», ha affermato l'amministratore delegato Carsten Spohr. Le entrate per il 2020 sono diminuite del 63% a 13,59 miliardi.
Questo è lo stato attuale della compagnia che in questi giorni viene nuovamente indicata come futuro partner dell'Alitalia: prima un accordo commerciale, e poi, in tempi non troppo lunghi, un'integrazione anche a livello societario. Qualcuno ieri ha fatto anche il nome di Delta, la compagnia americana con cui Alitalia ha storici rapporti di collaborazione e che lo scorso anno era stata nel gruppo di possibili acquirenti, poi svaniti. Difficile dire se ci sia una reale trattativa aperta con gli americani, anch'essi in ginocchio a causa del Covid.
Ma prima, in ogni caso, va realizzato il passaggio di testimone tra l commissario straordinario e Ita, la newco. Lo sforzo è quello di far decollare quest'ultima in tempo per non perdere quel minimo di ripresa estiva che tutti prevedono.
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