Allarme dell'Antitrust: "No al protezionismo, blocco per l'economia"

Relazione annuale dell'Authority. Il presidente Pitruzzella avverte: "Se non riparte il motore della crescita, non si mantiene la coesione sociale"

Allarme dell'Antitrust: "No al protezionismo, blocco per l'economia"

Il vero rischio è che la recessione spinga i governi ad adottare politiche protezionistiche. Nella relazione annuale presentata questa mattina a Roma, il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha spiegato che "in periodi di recessione acquistano forza le sirene del protezionismo e della tutela delle imprese più deboli contro il pericolo della loro estromissione dal mercato". Per il numero uno dell'Authority non è certo questo il modo per perseguire gli obiettivi di coesione sociale.

Secondo Pitruzzella, consentire, "attraverso l’allentamento dei vincoli antitrust, l’artificiale restrizione dell’offerta o la fissazione di prezzi al di sopra del valore di mercato può ostacolare l’avvio di processi di selezione delle imprese a favore di quelle più efficienti, disincentivare l’innovazione e la crescita di produttività, finendo così per penalizzare l’innescarsi di efficaci e duraturi processi di ripresa economica". Da qui l'allarme dell'Authority: "Se non facciamo ripartire il motore della crescita non sarà neppure possibile mantenere la coesione sociale". Pertanto, a giudizio di Pitruzzella, resta "forte la necessità di continuare ad assicurare una decisione repressione degli illeciti anticoncorrenziali, al fine di garantire il rispetto delle regole antitrust da parte di tutti gli attori nel mercato".

Insomma, la concorrenza non è un privilegio che ci si può concedere esclusivamente durante i cicli economici espansivi, ma è uno strumento ancora più prezioso durante i periodi di crisi. Secondo Pitruzzella, infine, "dal tunnel si può uscire", ma il sistema Italia deve riuscire a superare "egoismi, corporativismi e miopie politiche".

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