Allarme sofferenze bancarie: le debolezze di Renzi ai raggi x

Le dimensioni del buco hanno ormai raggiunto proporzioni proibitive. I 350 miliardi di euro in crediti deteriorati presenti nei bilanci delle banche valgono quanto il pil dell'Italia

Allarme sofferenze bancarie: le debolezze di Renzi ai raggi x

L'incertezza che circonda le banche italiane è l'elemento che potrebbe far crollare il premier Matteo Renzi. Il Financial Times ha messo in linea tutte le difficoltà del premier, dalla scarsa crescita economica all'emergenza immigrazione, alla continua lotta con l'Europa sulle finanze pubbliche, e ritiene che tra tutti il tallone d'Achille rischia di essere proprio il sistema bancario.

"Negli anni precedenti la crisi economica globale, vari governi in Italia hanno temporeggiato assistendo al rapido accumulo delle sofferenze nel sistema finanziario italiano, definito inefficiente dal quotidiano - denuncia il Financial Times - le riforme sono state promesse, ma sono stati ottenuti ben pochi risultati di rilievo". Oggi, però, le dimensioni della sfida hanno ormai raggiunto proporzioni proibitive: i 350 miliardi di euro in crediti deteriorati presenti nei bilanci delle banche rappresentano circa un quinto di tutti i prestiti e una porzione simile del prodotto interno lordo italiano. Una cifra che è di gran lunga la più alta all'interno dei Paesi del G7. Questa cifra minaccia la stabilità di alcune delle più importanti istituzioni italiane.

Le dimensioni del problema possono essere indovinate se si paragonano gli asset preoccupanti di una banca con la copertura del capitale disponibile incluse le riserve, il cosiddetto "Texas ratio". Basandosi sui dati del 2014 raccolti da The Banker, le dieci banche più grandi d'Italia erano in media oltre il 100%, con il Monte dei Paschi di Siena addirittura al 164%. "Le pesanti sofferenze in Italia non rappresentano soltanto una preoccupazione sempre più grande per gli investitori, che da inizio anno hanno venduto grandi quantità di azioni bancarie, ma riducono anche le estensioni di nuovi prestiti e quindi le possibilità di una ripresa economica - sottolinea il quotidiano - quello che è peggio è che impediscono la possibilità di una ristrutturazione che riguardi l'intero settore, intervento definito necessario nel quadro delle frammentate banche regionali italiane".

Il Financial Times riconosce al governo di aver approvato una legge che promuove la fusione delle principali dieci banche popolari italiane. "Renzi ha compreso la necessità di sostenere le banche più deboli per fare in modo di creare possibilità di relazioni con gli istituti con bilanci più solidi". Tuttavia, non ha ancora ripulito i libri contabili delle banche. "Inizialmente ha sprecato energie nel tentativo di persuadere la Commissione europea a permettergli di creare un fondo finanziato dai contribuenti per assorbire le perdite, una misura che equivale a un aiuto statale illecito. Più di recente - ricorda il quotidiano - ha raggiunto un accordo con Bruxelles che permette a Roma di emettere garanzie che aiutino le banche a vendere prestiti a terze parti, come ad esempio gli hedge fund". Dato il divieto dell'Ue sui sussidi, è difficile immaginare cosa possa portare di buono questa proposta a metà strada. "La difficoltà fondamentale di Renzi è che qualunque soluzione efficace richiede dolorose azioni politiche, che lui non è disposto a compiere - continua l'editoriale - per risolvere i problemi delle banche in difficoltà, potrebbe avere bisogno di salvarle attraverso gli obbligazionisti, fra cui ci sono anche i piccoli risparmiatori. È esattamente ciò che è accaduto nei mesi scorsi, quando il governo ha deciso di salvare dal fallimento quattro banche regionali". Secondo il Financial Times, Renzi non può nemmeno permettere ai piccoli investitori di impedire il rafforzamento del sistema.

"Dovrebbe, invece, andare avanti con qualunque misura sia necessaria, attivando nel frattempo delle tutele per i più vulnerabili, che suggerisce di escludere dagli accordi per il bail in gli investimenti sotto una determinata cifra". Il problema dell'Italia è troppo grande per essere ignorato.

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