Altman si riprende OpenAi ma la guerra è solo all'inizio

Microsoft impone il ritorno della "mente" di ChatGPT. Lanciata la sfida a Google, Amazon e alle big cinesi

Altman si riprende OpenAi ma la guerra è solo all'inizio
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Un po' come nel Monopoli, la vicenda OpenAi torna a passare dal via. Ieri, infatti, è stata ufficializzata la notizia che Sam Altman tornerà a esssere il ceo della società creatrice di ChatGpt, con lui rientrerà anche l'ex presidente Greg Brockman che si era dimesso per protesta dopo il licenziamento. Altman però non farà parte del cda e accetterà un'indagine interna sulla sua condotta.

Tutto finito? Neanche per sogno, perché il cataclisma in OpenAi non è che l'inizio di una nuova fase di aggressiva competizione commerciale nel lucroso mercato dell'intelligenza artificiale, che vedrà in gioco potenze come Microsoft, Google e Amazon per mantenere la leadership nel mondo tecnologico. Prova di tutto questo è la spietata morsa che il ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha stretto intorno al vecchio board, che aveva silurato Altman venerdì scorso. Alla fine il consiglio d'amministrazione ha ceduto, anche sotto la minaccia di una fuga di massa dei dipendenti, che si erano detti disposti a raggiungere Altman e Brockman (che Microsoft voleva mettere a capo di una sua divisione interna) qualora i loro leader non fossero ritornati al loro posto.

Gioco, partita e incontro per Nadella che voleva cambiamenti a lui più congeniali ai vertici di OpenAi e magari uno sviluppo commerciale più ambizioso dell'azienda. Il mercato molto presto sarà maturo e ci sarà da tenere a bada Anthropic, startup rivale in cui Amazon ha investito 4 miliardi e Google 2 miliardi, e Bard, il nuovo chatbot della stessa Google. Su piazza c'è anche Elon Musk, che è tra i fondatori di OpenAi e di recente ha lanciato la sua xAi. Preme pure la Cina con giganti tech come Baidu, Alibaba e Tencent.

Nel momento della crisi, dunque, Nadella è riuscito a proteggere il suo investimento da 14 miliardi di dollari, evitando che le superstar dell'Ai Altman e Brockman finissero magari nelle braccia di competitor come Google, Amazon o altri.

Per OpenAi ora inizia una nuova era, segnata da un nuovo cda in cui siederanno Bret Taylor, ex presidente di Twitter che ora diventerà il nuovo presidente di OpenAi; Larry Summers, ex Segretario al Tesoro Usa e Adam D'Angelo, unico del vecchio consiglio a essere stato graziato. Secondo le ultime indiscrezioni, sembra che questo concilio ristretto nominerà i membri del nuovo cda, che avrà 9 membri in cui saranno rappresentati anche gli azionisti, tra cui un consigliere espresso proprio da Microsoft. Mentre succedeva tutto questo, il vecchio cda prima di capitolare avrebbe provato a estrarre il coniglio dal cilindro, facendo lo sgambetto a Microsoft: pare, infatti, che avesse proposto la poltrona di ceo a Dario Amodei, il capo della rivale Anthropic, offrendogli anche una fusione con OpenAi. Un tentativo disperato, fallito anche perché Amodei avrebbe deciso di declinare l'offerta.

Intanto, ieri, in Italia il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un'indagine conoscitiva per adottare misure di sicurezza al fine di impedire la raccolta massiva di dati personali per addestrare gli algoritmi.

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