C'è una data, nella fitta agenda di Giancarlo Giorgetti, sottolineata con una doppia passata di evidenziatore: è il 26 febbraio, giorno in cui verrà collocato il Btp Valore 2024. Anche se nelle due emissioni precedenti il titolo ha registrato sempre il tutto esaurito fra i risparmiatori, il ministro del Tesoro intende ora aumentarne l'indice di gradimento in modo da allargare la platea dei sottoscrittori. Con un unico obiettivo, ben sintetizzato ieri da un titolo di Bloomberg: «Meloni vuole che la classe media protegga l'Italia dai Bond Vigilantes». Ovvero da quegli investitori con peso specifico importante sul debito tricolore, e quindi col potere di «rimettere in riga» un governo di cui non condividono le scelte monetarie e/o fiscali. Riversare miliardi di Btp sul mercato significa infatti creare tensioni sul fronte obbligazionario sotto forma di prezzi in calo e rendimenti in ascesa, col risultato di far lievitare il costo delle future emissioni.
Rischi che il governo non intende correre, memore dei 570 punti base dello spread Btp-Bund che nel 2011 portarono alla caduta dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. È per questo motivo che Giorgetti, in un anno così affollato di impegni per via XX Settembre (da reperire ci sono 360 miliardi) e in cui gli aiuti della Bce tenderanno sempre più a rarefarsi, sta ingaggiando una battaglia contro il tempo per far approvare, prima del 26 febbraio, la norma che consentirà di escludere dal calcolo dell'Isee, il cosiddetto «riccometro», gli acquisti di titoli di Stato fino a un controvalore di 50mila euro. Una novità non di poco conto. Secondo i calcoli di Creditnews, una famiglia con un reddito di 20mila euro, un patrimonio immobiliare di 100mila e Buoni poliennali in portafoglio per 50mila euro ha ora un Isee di 125mila; cifra che scenderebbe a 75mila con la nuova misura.
Senza ricadute di natura fiscale, con l'appeal dato dall'aumentato premio di fedeltà, una cedola di importo crescente e una tassazione ridotta al 12,5% (contro il 26% degli altri investimenti), la chiamata a raccolta della «middle class» dovrebbe quindi essere più agevole. Consentendo verosimilmente al Tesoro di incassare ordini superiori rispetto ai 17 miliardi raccolti nell'asta dello scorso ottobre.
Di fatto, il Btp Valore è il primo tassello della nuova strategia di finanziamento basata su una maggiore percentuale di debito in mani domestiche. Una sorta di ombrello contro eventuali choc, poiché «i risparmiatori - sottolinea Bloomberg - hanno meno probabilità di lasciarsi prendere dal panico durante una crisi». Le attuali condizioni sono peraltro le più favorevoli per consolidare e rafforzare quello zoccolo duro che nei primi dieci mesi dell'anno scorso aveva messo le mani su bond sovrani per 140 miliardi. Consentendo di far lievitare al 13,5% la percentuale di debito posseduto dalla clientela al dettaglio. Un record che il governo conta di battere quest'anno se s'ingrosserà l'esercito dei «B(o)tp-People».
È peraltro evidente che, almeno agli occhi del Tesoro, i vantaggi derivanti dallo scomputo dei Btp dall'Isee sono superiori rispetto alla perdita di gettito fiscale. Che andrà recuperato anche col concordato biennale.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull'evasione equiparata al terrorismo, il vice ministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha spiegato ieri che «non faremo una caccia alle streghe se un contribuente non aderisce al concordato preventivo biennale, che è una mano tesa ai contribuenti. Mi dispiace se sono stato interpretato in modo diverso».
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