Il ministero dello Sviluppo Economico, il 30 giugno, ha pubblicato il suo consueto report sul prezzo medio mensile dei carburanti. A spiccare è il notevole rincaro del costo di questi, i quali in modalità self-service si attestano a 1,625 euro al litro per la benzina e a 1,486 euro per il gasolio.
"Dopo aver sfondato a metà giugno la soglia di 1,6 euro, cosa che non succedeva da due anni, dal 10 giugno 2019, la benzina non arresta la sua corsa e arriva a 1,625 euro al litro"- spiega Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - "Anche il gasolio raggiunge il valore massimo dal 20 gennaio 2020, quando si attestò a 1.489 euro al litro, un anno e 5 mesi fa".
Riflette anche la Federpetroli sul futuro e non esclude la possibilità di venire a produrre gas e olio in Italia anche perché una mossa del genere produrrebbe importanti risparmi nel Belpaese. Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli, commentando il rincaro dei prezzi del carburante, ha spiegato: "Siamo tra i paesi più cari al mondo per il costo dei carburanti, complice il poco sfruttamento delle risorse energetiche del Paese causato da una mancata strategia energetica nazionale e per altri varianti negative derivanti da tassazione e accise varie". E aggiunge: "Acquistiamo il greggio all'estero con alto costo quando potremmo produrre gas e olio dalle nostre risorse del sottosuolo, con un notevole risparmio sulla bolletta energetica delle famiglie italiane".
Inoltre, sempre Marsiglia, ha chiarito il perché dell'aumento dei prezzi. Questo è dovuto alla forte impennata dei greggi sui mercati internazionali che "nonostante i margini di raffinazione in calo in diversi paesi, Italia compresa, costringono a strategie di vendite per forza di cose con prezzi al rialzo".
Effetto valanga
Il grande problema, in un Paese come l'Italia dove l'85% dei trasporti commerciali avvengono per strada, è l'effetto valanga che il caro prezzi dei carburanti può avere sul resto dell'economia. La Coldiretti, in merito, ha specificato: "L'aumento è destinato a contagiare l'intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi mentre aumentano i costi per le imprese".
Particolarmente colpito, in particolare, il mercato agroalimentare dal momento che i costi della logistica possono arrivare ad impattare fino al 30-35% sul totale delle spese. A proprio questo deve servire il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): sviluppare bioenergia in Italia. Ma non solo: "Con il Pnrr serve anche agire sui ritardi strutturali dell'Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria ad alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo", afferma Ettore Prandini, presidente Coldiretti. Quest'ultima questione rappresenta un grande limite per l'Italia soprattutto in termini di export.
Inoltre, qui il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è di 1,12 euro/chilometro ossia un "un aggravio superiore dell'11% rispetto alla media europea".
Non a caso siamo al trentesimo posto nella classifica mondiale stilata dal Global Competitiveness Report curato dal World Economic Forum che osserva il livello di competitività delle economie mondiale valutando anche il sistema di infrastrutture.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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