Giornata di passione ieri per Atlantia a Piazza Affari. Nel profondo rosso in cui il governo italiano con scelte scellerate ha fatto sprofondare la Borsa di Milano con misure scriteriate il titolo della holding infrastrutturale dei Benetton archivia la seduta con una pesante tonfo del 22,23%.
Atlantia vede aggiungersi nuove, pesanti criticità, innescate dall'emergenza, a problemi pregressi e tuttora irrisolti quali il dossier delle concessioni che investe la controllata Aspi. La crisi del coronavirus impatta con le limitazioni imposte agli spostamenti sui principali business del gruppo, il traffico autostradale e quello aeroportuale. Adr, che soltanto due giorni fa festeggiava la brillante performance del 2019 con un utile di oltre 245 milioni e un traffico record di quasi 50 milioni di passeggeri, proprio ieri ha annunciato la riduzione del proprio operativo con la chiusura del Terminal 1 di Fiumicino dal 17 marzo e del terminal di voli di linea di Ciampino. E dunque meno traffico equivale a meno entrate. Con l'incognita del fattore tempo: difficile prevedere la durata di questa crisi, se sarà limitata o se invece si protrarrà per tempi più lunghi. Quello che è certo che le conseguenze saranno pesanti e vanno a innestarsi su un quadro problematico dovuto allo scenario di grande incertezza sul versante delle concessioni autostradali causa l'approvazione del decreto Milleproroghe. Un problema ancora senza soluzione che non vede la risposta del Governo alla proposta avanzata da Aspi. Effetto di questa incertezza, oltre all'incognita occupazionale, è la decisione del cda Aspi, la scorsa settimana, seguita da quella di Atlantia, di prendere tempo e rinviare l'approvazione del bilancio. Pesa in particolare l'articolo 35 del provvedimento che riduce da 23 a 7 miliardi il valore di indennizzo. Cosa che sta fortemente compromettendo gli investimenti della società il cui debito supera i 10 miliardi di euro e una prova ne è il declassamento del rating sul debito da parte di Moody's, da Ba3 a Ba1. C'è poi l'articolo 13 del decreto che agisce sul versante dei ricavi dal momento che Aspi deve presentare entro il 30 marzo prossimo il nuovo piano economico finanziario sulla scorta del nuovo sistema regolatorio, che dovrà essere approvato dal Mit.
Aspi intende cautelarsi frapponendo quanto più tempo è possibile tra la presentazione del piano e l'ok al bilancio proprio per capire qual è l'orientamento del Governo. Intanto ha messo in campo un nuovo piano strategico 2020-2023 di trasformazione che prevede 7,5 miliardi di investimenti e 1000 nuove assunzioni per cercare di trovare un accordo con il governo.
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