Auto elettriche: Musk altera il mercato. Ma i prezzi non calano

Così il tycoon punta ad avere più ordini. Il nodo dei costi sempre più alti delle batterie

Auto elettriche:  Musk altera il mercato. Ma i prezzi non calano

La «generosità» di Elon Musk, numero uno di Tesla, il taglio cioè dei listini delle auto (fino al 20% in Europa e negli Usa), se da una parte è bene accolta da chi si appresta a fare un nuovo ordine, dall'altra (in Cina) fa arrabbiare non poco chi ha acquistato una vettura prima che venissero comunicati gli sconti. In Germania, il taglio del listino per Model 3 e Model Y è fino al 17%, a seconda della configurazione. Riduzioni anche in Austria, Svizzera e Francia. In Italia, Model 3 parte ora da 44.990 euro e Model Y da 46.990 euro, rispettivamente dagli iniziali 57.490 e 49.990 euro.

Una generosità comunque forzata, quella del tycoon sudafricano, allo scopo di riallineare le consegne alle attese del mercato. I dati del quarto trimestre 2022, infatti, hanno evidenziato un calo delle consegne superiore alle stime degli analisti. Tesla, in proposito, sta pagando l'aumento della concorrenza e quello dei tassi d'interesse, che pesa sull'acquisto di automobili nuove.

Il mercato puntava su almeno 427mila consegne nell'ultimo trimestre del 2022, rispetto alle 405mila archiviate, su 439mila modelli prodotti.

Il dato annuale è, però, di tutto rispetto: le consegne sono cresciute del 40% sul 2021, raggiungendo 1,31 milioni, mentre la produzione è aumentata del 47% a quota 1,37 milioni di unità.

Il taglio del prezzo negli Usa, inoltre, permetterebbe a Tesla di accedere a maggiori crediti fiscali federali per l'auto elettrica. Già in dicembre, la Casa automobilistica che via via ha portato negli altri Paesi una sorta di «febbre elettrica», aveva ridotto i prezzi di listino sia negli Usa sia in Cina. Nel Paese asiatico, però, numerosi proprietari di Tesla hanno protestato: a Shanghai la Casa automobilistica si è infatti rifiutata di offrire rimborsi sui prezzi pagati per un valore equivalente ai nuovi listini.

Proteste simili sono avvenute anche in altre città, tra cui Henan, Wuxi e Hangzhou. Si sono costituiti gruppi di clienti con l'intento di fare pressione su Tesla per ottenere risarcimenti. E c'è chi ha affermato di essersi sentito fuorviato dal personale di vendita nelle concessionarie per essere stato esortato a chiudere l'ordine allo scopo di evitare di affrontare prezzi più alti nel 2023. L'esatto contrario di quello che è avvenuto.

Resta da vedere se la mossa sui listini di Musk darà una scossa al mercato dell'elettrico, inducendo i concorrenti ad azioni simili. Difficile fare previsioni anche alla luce dell'ormai inevitabile sempre maggiore diffusione dell'auto elettrica cinese nel mercato europeo. Pechino, in proposito, è leader nella produzione delle batterie agli ioni di litio, ingrediente chiave (la Namibia ne possiede una grandissima quantità ed è presa d'assalto dagli stessi cinesi) i cui prezzi sono saliti vertiginosamente. E Musk ne sa qualcosa, visto che sono cambiati gli accordi con Piedmont Lithium, che fornisce il litio a Tesla: da bloccati, i prezzi si baseranno ora su quelli del mercato, quindi saranno variabili, con rialzi inevitabili.

La crescita dei prezzi del litio è stata di oltre il 1.000% dal 2020, a 82mila dollari per tonnellata in dicembre.

Gli osservatori avvertono che l'aumento della domanda, man mano che la produzione di veicoli elettrici si espande, manterrà i prezzi elevati. Per una batteria agli ioni di litio il costo, nel 2022, è salito del 7 per cento.

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