La mobilità elettrica come elemento centrale per contribuire a decarbonizzare l'ambiente: eppure, nonostante proclami e promesse, «negli emendamenti del governo al disegno di Legge di bilancio è totalmente assente una strategia sul settore automotive».
Anfia (filiera italiana automotive) e Motus-E (mobilità elettrica), in una nota congiunta, affermano che «l'ultimo auspicio è che la volontà governativa sia quella di avallare le proposte del Parlamento sulle misure di sostegno al mercato dell'auto e dei veicoli commerciali leggeri».
Le due associazioni mettono in evidenza anche il fatto che «senza incentivi le quote d mercato dei veicoli a zero e bassissime emissioni precipiti dal 9,4% (periodo gennaio-settembre 2021) a circa il 5% del prossimo anno», in controtendenza con quello che accade negli altri Paesi europei. Per Anfia e Motus-E si è di fronte «all'ultima chance per un piano strutturale della mobilità sostenibile con in gioco il futuro della filiera automotive». Un problena per la cui soluzione, viene ribadito, «c'è la volontà trasversale di diverse forze politiche che avevano presentato proposte similari», le stesse con l'obiettivo di portare alla sostituzione dei veicoli più inquinanti con altri dotati di tecnologie ecosostenibili e per la sicurezza.
Ad appoggiare l'appello finale di Anfia e Motus-E è anche il sindacato Uilm. «La mancanza di incentivi - avverte Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm con delega al settore auto - colpirà duramente la produzione italiana. Pare, infatti, che all'orizzonte non vi sia nemmeno la proroga degli incentivi varati quest'anno».
«La beffa - aggiunge Ficco - è che il governo ha adottato incentivi verso le auto elettriche quando in Italia non se ne producevano, mentre oggi che le produciamo li lascia decadere. Sembra quasi che si lavori contro gli interessi nazionali. In ogni caso, le ricadute del venir meno degli incentivi sulla produzione italiana sarebbero molto pesanti tra cassa integrazione ed esuberi».
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