Il recente tonfo in Borsa ha procurato una prima azione legale contro Facebook ed il suo amministratore delegato Mark Zuckerberg, quando il titolo ha perso circa 130 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.
L'azionista James Kacouris ha presentato una causa al tribunale di New York accusando la società e Zuckerberg di dichiarazioni fuorvianti o non esaustive riguardanti il rallentamento della crescita dei ricavi, il calo dei margini operativi e del numero degli utenti attivi. L'accusa è stata avanzata inoltre anche nei confronti del chief financial officer David Wehner.
Giovedì scorso infatti il social network aveva registrato una perdita dei titoli pari al 24%, chiudendo il secondo trimestre con ricavi in aumento del 42% a 13,2 miliardi di dollari, sotto le aspettative di un ricavo pari a 13,4 miliardi. Anche la crescita degli utenti
è apparsa molto deludente, salita solo dell'11% a 1,47 miliardi di iscritti rispetto ad un aumento previsto del 13% a 1,48 miliardi.
Gli utenti risultano essere in lieve crescita, ma quello registrato è il più scarso aumento dal 2011. Il caso potrebbe facilmente trasformarsi in class-action per "danni non specificati".
Per il
gigante americano questo non è il primo problema giudiziario. Il social network ha all'attivo decine di cause legali per lo scandalo di Cambridge Analytica, che ha causato la violazione di dati dei profili di milioni di utenti.
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