Non conviene comprare azioni italiane. Questa è la triste realtà del nostro mercato azionario. Dobbiamo fare pubblica ammenda: speravamo che con il post Covid l’economia italiana tornasse a pompare al rialzo e finalmente il nostro indice Ftse All Share potesse tornare a quota 40.000. Come l’ha definita un noto giornalista economico italiano, Fabrizio Galimberti, l’economia italiana è come un calabrone, dovrebbe non riuscire a volare secondo la fisica eppure vola. Ma ci siamo sbagliati. Se facciamo una analisi di forza relativa la nostra Borsa è una carta perdente. Non è questa una opinione o un commento ardito di un editorialista e corto di idee. È la triste verità. E questo già prima della crisi energetica figuriamoci ora con Putin che minaccia di chiudere i gasdotti. Siamo in braghe di tela. Per forza relativa intendiamo semplicemente un rapporto dove al numeratore abbiamo il nostro Ftse All Share ed al denominatore abbiamo un indice straniero. Iniziamo questa danza macabra con il primo grafico:
Siamo ad una decrescita pari al meno 45 gradi dal 2007 ad oggi.
Ma diamo un occhio a come siamo posizionati nei confronti del nostro Stoxx 600 europeo: è meglio andar di notte nel senso che la pendenza della curva è un po’ meglio di quella del world stock index ma siamo sempre sempre con pendenza negativa.
E se vogliamo metterci a piangere possiamo provare con il Nasdaq 100 che è invece la culla della crescita:
Ma non voglio infierire troppo e mi fermo qui. Purtroppo nemmeno se prendiamo in considerazione l’AIM ora Euronext Growth Milan di growth ovvero di crescita ce n’è l’ombra. Solo se consideriamo lo Star abbiamo una qualche forza relativa rispetto al Ftse All share e magari rispetto a qualche indice straniero ma mai come se prendiamo gli indici stranieri. Del resto il confronto Ftse MIB 40 ed il francese CAC 40 è impietoso e mostra come siamo davvero inferiori anche ai cugini francesi. Morale: purtroppo dobbiamo scrivere di stare lontani dall’Italia. Cercare una buona azione italiana è possibile e lo stiamo facendo ma è come cercare un ago in un pagliaio rispetto ai mercati USA o all’Europa.
Non molliamo, ma è una fatica porca.
E dobbiamo ricorrere alla magia dell’Independent Stock Index ITI per trovare una decina di azioni che ancora si ostinano ad andare al rialzo.
ITI, vieni e semplificaci la vita: azioni Terna
La maggioranza di cose che viene creata esiste per migliorarci la vita, rendercela più semplice. E' un'evoluzione che agevola: la lavatrice, la macchina, il materasso, le posate...e anche l'ITI. Non sarà paragonabile agli altri esempi citati, ma la sua funzione è questa: fare risparmiare tempo ai trader, aiutarli nella scrematura delle azioni. Uno strumento che potete trovare gratuitamente cliccando QUI ogni giorno alle ore 19.30.
Ecco come sempre indicati in blu gli articoli già analizzati (che i nostri lettori abbonati possono trovare nel nostro archivio) e in rosso il protagonista di oggi.
Le Azioni Terna si spingono sempre più su, fino a rompere i massimi storici raggiungendo un prezzo di 7.872 euro. La storia dell'azione, come possiamo vedere dal grafico, è un susseguirsi tra congestioni e rialzi: come il pit stop durante una gara, le orizzontalizzazioni sembrano servire solo a ricaricare le batterie per poi ripartire nella corsa. Tutto è come dovrebbe essere: i volumi sono abbondanti, la spinta è indiscutibilmente forte, i prezzi crescono progressivamente. E' del 24 marzo (giorno che NON casualmente ha preceduto l'ultimo rialzo) la comunicazione dell'approvazione dell'aggiornamento del piano industriale 2021-2025 di Terna. Nel periodo in esame la società prevede di investire complessivamente 10 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi nell'esercizio in corso.
Sulla base della strategia, Terna stima che ricavi e Ebitda nel 2025 possano raggiungere rispettivamente i 3,08 e 2,14 miliardi di euro, con una crescita media annua di oltre il 3%.Terna ha chiuso al 31 dicembre 2021 con ricavi per 2,6 miliardi di euro (+4,6%) e un Ebitda passato da 1,81 a 1,85 miliardi (+2,4%).
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