Settimana decisamente positiva per il settore bancario. In Europa l'Euro Stoxx Banks è stato l'indice settoriale migliore, con un saldo di oltre +2%, sotto la spinta dei riscontri sopra le attese arrivati da Société Générale e da Intesa Sanpaolo. A dare sostegno agli istituti di credito sono state anche le indicazioni macro degli ultimi giorni. Da un lato l'inattesa accelerazione dell'economia continentale (+0,4% su base trimestrale e +0,9% annuo), dall'altro la risalita dell'inflazione in area 2% a ottobre.
Riscontri che vanno nella direzione di allentare le pressioni sulla Bce e quindi rendono meno probabile l'opzione di un taglio jumbo da 50 punti base a dicembre. Una Bce più riflessiva sui tassi si tradurrebbe in minori pressioni al ribasso sui margini di interesse che negli ultimi due anni hanno contribuito a profitti bancari record.
In Piazza Affari la classifica settimanale vede Unicredit (+4,6%), Banco Bpm (+4,1%) e Intesa Sanpaolo (+4%) primeggiare tra le banche. La prima, che diffonderà i conti trimestrali mercoledì 6, ha colto l'assist di Fitch che ha alzato il rating sull'istituto di piazza Gae Aulenti un gradino sopra quello dell'Italia. Intesa Sanpaolo - ieri tornata regina tra le grandi banche dell'eurozona per capitalizzazione di Borsa con 71,8 miliardi davanti a Santander ( 71,4) e Bnp Paribas (71,3) - ha già dato in pasto agli investitori i numeri del terzo trimestre, andato oltre le attese con utili record per 2,4 miliardi, accompagnati dall'innalzamento a 9 miliardi del target di profitti per il 2025. Numeri promossi anche dagli analisti delle grandi banche d'affari internazionali. Ubs ha rivisto al rialzo l'utile indicato per il triennio 2024-26, alzando il prezzo obiettivo da 4,65 a 4,95 euro (giudizio buy) e ritenendo che «la resilienza del modello di business continuerà a dare supporto alla banca». Anche Barclays ha ritoccato le stime sull'utile e vede spazio per un ulteriore miglioramento della guidance indicata dall'istituto guidato da Carlo Messina. Per il prossimo anno gli analisti di Citi indicano una possibile sponda rialzista da commissioni e minori costi, mentre il nuovo buyback potrebbe superare i 2 miliardi. Sul versante dividendi, Deutsche Bank vede il rendimento del dividendo attestarsi oltre il 10% sia quest'anno che nel biennio 2025-26.
Jefferies, anch'essa con rating «buy» su Intesa e prezzo obiettivo a 4,4 euro, sottolinea una piccola delusione dai costi leggermente peggiori delle attese nel trimestre, ma si aspetta che nel lungo termine si materializzino i benefici delle recenti azioni di riduzione dell'organico/ricambio generazionale.
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