L'appuntamento è fissato per oggi pomeriggio alle 15. L'ufficio di presidenza della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato convocato «per impostare il lavoro sul documento finale della Commissione stessa», si legge in una nota. Dopo 200 ore di lavoro, 48 audizioni e 500 interventi, resta infatti da elaborare una relazione finale sull'attività svolta dalla squadra capitanata da Pierferdinando Casini che non faccia solo una sintesi ma indichi anche quali sono le «falle del sistema» da aggiustare.
L'ufficio di presidenza oggi inizierà, dunque, la stesura di un testo che sia il più possibile condiviso negli argomenti da affrontare, con poi dei capitoli differenziati sui quali le diverse parti politiche daranno la loro visione.
Importante sarà l'aiuto dei consulenti che hanno affiancato i parlamentari durante i lavori della Commissione. Toccherà prima ai consulenti di parte stilarne l'ossatura, cioè l'elenco delle attività svolte. L'obiettivo è chiudere tutti i lavori in fretta, entro gennaio ma i tempi sembrano destinati ad allungarsi.
Lo scenario al momento parte da tre relazioni, una per ogni schieramento politico in cui si dividono i 40 parlamentari. Il documento finale dovrà però essere condiviso da tutti, conciliando valutazioni molto diverse di forze politiche come il Pd e il Movimento 5 Stelle.
Si sono succedute testimonianze autorevoli e sono emersi fatti e valutazioni che andranno sintetizzate in un documento finale. Prima il confronto, acceso, tra Bankitalia e Consob sulle rispettive responsabilità nella Vigilanza. Poi gli interventi dei magistrati che si stanno occupando delle indagini sulle implicazioni penali della mala gestio che è emersa. Fino alla settimana finale, con le audizioni del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e dell'ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. Contributi, i loro, che sono serviti soprattutto a delineare i rapporti fra il Pd renziano e le istituzioni sul dossier Etruria.
Se per
alcuni la vigilanza di Bankitalia ha avuto qualche svista nelle crisi, ma le responsabilità maggiori restano in capo ai manager, altre forze politiche vogliono delle parole di condanna maggiore sull'operato di via Nazionale.
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