
Inizio di settimana caldo sul fronte del risiko bancario. Ieri pomeriggio l'amministratore delegato di Bpm Giuseppe Castagna è stato ricevuto a Palazzo Chigi. Secondo quanto è trapelato, la visita è durata poco meno di un'ora ed è probabilmente analoga a quella che all'inizio di marzo ha visto l'incontro tra Andrea Orcel, ad di Unicredit, e Gaetano Caputi, Capo di gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I faccia a faccia sono entrambi da situare nell'ambito dell'Offerta pubblica di scambio lanciata lo scorso novembre da Unicredit su Banco Bpm, ai fini delle interlocuzioni a tema golden power. Il responso della Commissione per la tutela degli interessi nazionali dovrebbe arrivare a cavallo tra la fine di marzo e l'inizio di aprile.
In attesa di sviluppi su questo fronte procedono a ritmo spedito le adesioni all'Opa di Banco Bpm su Anima, la società dei fondi che ha nei suoi forzieri 204 miliardi di investimenti degli italiani. Ieri uno dei principali soci di Anima ha aderito ufficialmente all'Opa di Banco Bpm Vita. Si tratta del gruppo che fa capo all'imprenditore capitolino Francesco Gaetano Caltagirone che lo ha comunicato con una nota ricordando di essere titolare di un pacchetto azionario pari al 5,84% del capitale della società dei fondi d'investimento (quindi uno 0,6% in più rispetto al 5,2% precedentemente comunicato). È una mossa attesa, ma mai annunciata prima. Si tratta in ogni caso di un passaggio decisivo, anche se il periodo di adesione si concluderà il prossimo 4 aprile. Considerando che Banco Bpm aveva già in portafoglio il 22% del capitale - e che Poste Italiane con l'11,7%, Fondo Strategico Italiano con il 9,6% e alcuni manager di Anima con l'1,5% avevano già dichiarato l'adesione all'offerta - ora l'Opa lanciata dall'istituto guidato da Castagna ha di fatto raggiunto la maggioranza con il 50,64% del capitale, quindi può disporre del sostanziale controllo di Anima. Sicchè ora sembra a portata di mano la soglia prevista da Banco Bpm del 66,67% delle quote. La settimana proseguirà ricca di appuntamenti per Piazza Meda: oggi ci sarà la penultima tappa del roadshow di Castagna con gli imprenditori a Bergamo mentre l'ultima tappa sarà il 3 aprile a Modena.
L'appuntamento più atteso, tuttavia, è il parere della Banca centrale europea sul Danish Compromise, l'agevolazione nell'assorbimento del capitale riconosciuto alle banche che controllano assicurazioni. Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, la Bce è vicina a sfornare il suo verdetto e questo, oltre che sull'Opa di Anima, avrà riflessi sull'Ops Unicredit-Banco Bpm. L'istituto guidato da Orcel alla fine della scorsa settimana ha divulgato una nota su richiesta della Consob per evidenziare gli eventuali impatti sul Cet 1 (l'indice di solidità patrimoniale) di Piazza Gae Aulenti nei vari scenari di concessione (o meno) dello sconto danese. Ebbene, secondo quanto riporta il documento, l'Ops su Banco Bpm potrà avere al massimo un impatto di circa 150 punti base. Giovedì, intanto, ci sarà l'assemblea degli azionisti di Unicredit, che sarà chiamata tra le altre cose a votare l'aumento di capitale a servizio dell'offerta su Bpm: Norges Bank ha dichiarato che voterà «sì» a tutti i punti all'ordine del giorno.
Una tirata d'orecchie a tutto il mondo bancario è arrivata dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che a un evento ieri ha detto: «C'è ormai questo oblio del pensare nel lungo periodo per ragionare con il respiro cortissimo.
Per la politica significa inseguire il consenso, ma va oltre e contraddistingue anche il comportamento delle società in Borsa e delle banche, tutte proiettate a realizzare risultati nel breve periodo e che non hanno un orizzonte per definire una realtà solida che possa durare nel futuro».
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