Le nostre tasche in pericolo Ora vogliono colpire le case

Il piano di Bankitalia: alleggerire il carico fiscale sui lavoratori aumentando la tassazione su consumi e ricchezza. Chiesta anche una riforma dell'Irpef

Le nostre tasche in pericolo Ora vogliono colpire le case

Per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori si potrebbero aumentare le tasse sui consumi e sulla ricchezza, "considerato meno dannoso per la crescita". Lo ha affermato Giacomo Ricotti, Capo del servizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, ascoltato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato nell'ambito della indagine conoscitiva sulla riforma dell'Irpef.

Qual è la proposta

In particolare, Ricotti ha aggiunto che "dati i vincoli del nostro bilancio pubblico, un maggiore prelievo sul possesso di immobili per finanziare un minor carico sui fattori produttivi potrebbe rappresentare un'opzione di riforma favorevole alla crescita". Quindi, ridurre le imposte sul lavoro e rivedere la tassazione immobiliare per ottenere un impatto economico decisamente migliore.

Come riportato da IlSole24ore, l'esponente di Bankitalia ha anche evidenziato che i "margini di riforma nell'ambito della tassazione della ricchezza immobiliare possono essere individuati nell'ampliamento della base imponibile dei prelievi esistenti, realizzabile sia attraverso la revisione dei valori catastali, sia con l'inclusione delle abitazioni principali (eventualmente prevedendo una detrazione che riduca l'incidenza dell'imposta per le famiglie a basso reddito)".

"Al peggio non c'è mai limite"

La notizia non è stata presa bene dal Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che ha commentato su Twitter la tassazione sugli immobili proposta da Bankitalia. "La Banca d'Italia, in un'audizione alla Camera, sta chiedendo di tassare ancora di più gli immobili. Davvero non c'è limite al peggio. Ma anche loro si accorgeranno, un giorno, che i soldi degli altri, come diceva Margareth Thatcher, prima o poi finiscono".

Una riforma dell'Irpef

Una riforma organica dell'Irpef e di altre imposte dovrebbe avere, tra i suoi obiettivi, "la semplificazione e razionalizzazione del quadro normativo; inoltre, una volta realizzata, la riforma andrebbe preservata dal rischio di nuove destrutturazioni". Affinché ciò avvenga, la riforma dovrebbe essere "accompagnata da interventi su altri aspetti del sistema fiscale (accertamento, riscossione, contenzioso), che lo rendano più trasparente, più stabile e certo e quindi più prevedibile e semplice per il contribuente".

Com'è strutturata adesso, dicono da Bankitalia, l'Irpef "presenta diverse criticità dal punto di vista dell'efficienza e dell'equità della tassazione": le principali riguardano "l'evasione dell'imposta, l'erosione della base imponibile, il livello e l'andamento delle aliquote marginali effettive e la capacità redistributiva dell'imposta". L’Irpef rappresenta l’imposta più rilevante del sistema tributario italiano per gettito ed è pari a poco meno dell’11% del Pil e al 40% circa delle entrate fiscali totali come viene riportato dal Corriere. Elevatissimo, però, il tasso di evasione sulla tassa principale degli italiani che "ammontava nel 2018 a circa 38 miliardi (il 41% del totale delle imposte evase)".

In 47 anni, l'Irpef è stata oggetto di numerosi interventi che si sono stratificati nel tempo l'hanno resa "estremamente complessa", afferma Bankitalia: l'Imposta sulle persone fisiche, ricorda palazzo Koch, è entrata in vigore il primo gennaio 1974 sostituendo l'imposta complementare personale sul reddito complessivo e tre imposte reali cedolari (terreni, fabbricati, ricchezza mobile), prelevate con diverse aliquote (anche progressive) su sei tipi di reddit oltre ad alcuni tributi locali e varie addizionali, erariali e locali. L'Irpef, aggiunge Bankitalia, rappresenta l'imposta "più rilevante del sistema tributario italiano per gettito (pari a poco meno dell'11% del PIL e al 40% circa delle entrate fiscali)", riporta l'AdnKronos.

I problemi dell'Imu

Nella sua relazione, Ricotti ha ricordato che attualmente in Italia "esistono diverse forme di prelievo sul patrimonio, non prive di criticità": nel caso dell'Imu, "la principale criticità" è quella del "mancato aggiornamento dei valori catastali ai valori di mercato". Nell'ottica di una riforma, il rappresentante di via Nazionale ha rilevato che bisogna "stare attenti a come si coordinano" la tassazione patrimoniale con quella dei redditi. "Nel sistema italiano l'interazione di imposte patrimoniali e reddituali può determinare un carico tributario complessivo prossimo, se non superiore, a quello che si avrebbe se gli stessi redditi fossero soggetti all'aliquota marginale massima dell'Irpef" ha rilevato nella relazione.

L'applicazione del bollo sulle attività finanziarie "ai tassi attuali, anche senza considerare l'inflazione, può arrivare a livelli superiori all'aliquota marginale dell'Irpef del 43%. Livelli elevati di prelievo si hanno anche nel caso di immobili locati, dato che l'Imu si somma all'imposizione sostitutiva mediante cedolare secca o a quella progressiva sui redditi".

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