Il primo tentativo, quattro anni fa, era andato a vuoto. Ma il Texas è terra di tori e di rodei: gente tosta, e fieramente repubblicana, che se si mette un'idea in testa vuole, prima o poi, metterla in pratica. Soprattutto se l'intenzione è quella di detronizzare Wall Street con l'apertura a Dallas di una nuova Borsa valori. Magari sfruttando il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che nel Lone Star State ha una delle sue roccaforti.
Il progetto, da come lo racconta il Wall Street Journal, sembra aver le carte in regola per non essere un buco nell'acqua: già scelto l'acronimo (TXSE) con cui far concorrenza a Nyse e Nasdaq; già stabilito che il circuito sarà interamente elettronico, ma con una sede fisica nel centro della capitale; e già raccolti 120 milioni di dollari da un gruppo di una ventina di investitori, tra cui la regina dell'asset management Blackrock e Cietadel Securities, una delle più grandi società di commercio elettronico del mondo. Insomma, non proprio dei rancheros a digiuno dei meccanismi dei mercati finanziari, ma professionisti che vogliono far sul serio. E in fretta: la tabella di marcia messa nelle mani dell'ad del Texas Stock Exchange, James Lee, prevede infatti la presentazione dei documenti alla Sec (la Consob Usa) entro fine anno, l'avvio degli scambi nel 2025 e il primo debutto a prima quotazione l'anno dopo.
Lo scopo dell'iniziativa è evidente: attrarre le società stanche dei lacci e laccioli che regolamentano Wall Street, tipo quella che fissa obiettivi per la diversità nei consigli di amministrazione al Nasdaq. Lee sostiene che il TXSE sarà apolitico, ma per mesi nella comunità finanziaria si è discusso del lancio, proprio sul territorio texano, di una Borsa anti-woke, cioè marcatamente anti-progressista. Sia come sia, il ritorno nello Studio Ovale di un uomo come Trump, noto per aver smantellato durante il suo mandato buona parte delle regole finanziarie adottate dopo il disastro dei mutui subprime, potrebbe essere di grande aiuto per far decollare il mercato texano. In particolare se big con sede in Texas, come Exxon Mobil, AT&T e American Airlines, dovessero dire bye-bye a Nyse e Nasdaq aprendo la strada a una possibile migrazione di massa.
Non senza ragione, il WSJ fa tuttavia notare che per aver successo la nuova piazza finanziaria dovrà aggredire un duopolio finanziario plurisecolare, finora inattaccabile.
Non incoraggiano i precedenti, visto che negli ultimi 20 anni le Borse di Boston, di Chicago e di Filadelfia sono state fagocitate da quella di New York; né il fatto che i trader indirizzano gli ordini sui mercati con maggiori volumi. Una missione impossibile, quindi, quella del TXSE? Quasi certo, ma di mezzo c'è il Tycoon. Che con la Grande Mela, sua città natale, ha qualche conto da regolare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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