Il rush finale per la nomina del prossimo presidente di Assolombarda si tinge di giallo. Oggi alle 17 il consiglio generale dell'associazione degli industriali di Milano, Monza e Brianza si riunisce per decidere se designare Andrea Dell'Orto oppure Carlo Bonomi come successore di Gianfelice Rocca. Ma la vigilia è stata agitata al punto che uno dei tre saggi della commissione di designazione potrebbe presentarsi alla riunione di oggi da dimissionario. I saggi, che in queste settimane hanno sondato il territorio, hanno il compito di scrivere e presentare la relazione sulla base della quale i circa 150-160 membri attesi al consiglio generale (dove siedono in 170) esprimeranno la loro preferenza. Se dunque la relazione dovesse esporre come ideali le caratteristiche riconducibili chiaramente a uno dei due candidati, potrebbe risultare fondamentale. Ed è qui che nelle ultime ore si è giocata una partita durissima.
Tutto parte dalla raccolta da parte dei saggi dei pareri degli industriali che si presentavano alle audizioni. Oltre un centinaio a favore di Bonomi contro una sessantina per Dell'Orto. Numeri che però hanno incontrato le perplessità di chi mette in dubbio la reale autorevolezza e consistenza economica e associativa di tale campione, peraltro non rappresentativo degli organi elettivi (solo una parte di questi siede in consiglio). Dovendo infine tirare le somme entro oggi, si è allora registrata la tendenza di uno dei tre a impostare la relazione sulla base di tali esiti; ma tale impostazione non è stata condivisa in toto, al punto che, considerandola un tentativo di forzatura, uno dei tre saggi avrebbe minacciato di dissociarsi da una relazione che così sarebbe stata sbilanciata, informandone formalmente anche i probi viri dell'associazione. Il tutto in pieno stile «neoconfindustriale», essendosi tutte le recenti battaglie elettive associative risolte all'interno di un clima di lunghi coltelli. Vedremo oggi come andrà la votazione, se l'incidente rientrerà e se il vantaggio segnato fin qui da Bonomi verrà confermato dal consiglio generale.
In ogni caso, a seconda dell'esito, il principale «azionista» di Confindustria, in un momento reso molto difficile dalla crisi del Sole 24 Ore, avrà da oggi una nuova fisionomia. Quella della continuità se vincerà Bonomi, appoggiato da Rocca anche in chiave di riavvicinamento con l'attuale presidente di Confindustria Vincenzo Boccia; o quella di una svolta più «manifatturiera» se si affermerà il brianzolo Dell'Orto, che ha trovato il forte appoggio di Intesa Sanpaolo.
Cosa cambierà in Confindustria? L'affermazione di Bonomi sarebbe per Boccia più simile a una vittoria, particolarmente gradita dopo la recente sconfitta a Brescia del candidato preferito, Franco Gusalli Beretta, battuto da Giuseppe Pasini. Ma rispetto alla partita più calda dei prossimi mesi, quella del salvataggio del gruppo Sole, non cambierà molto.
Con Dell'Orto ad Assolombarda, oltre a perdere la seconda roccaforte del Nord nel giro di pochi giorni, Boccia troverebbe un duro ostacolo rispetto alla possibilità di aprire il portafoglio per iniettare nuove risorse nel Sole. Al momento Confindustria immagina che un aumento di capitale da 70 milioni, di cui 35 messi utilizzando le riserve, sia sufficiente. Ma sono in molti a pensare che presto verranno chiamate in causa anche le territoriali.
Tra le quali Assolombarda è la numero uno. Ma anche se dovesse affermarsi Bonomi, su questo punto l'imprenditore lombardo non ha idee molto diverse di quelle di Rocca o dello stesso Dell'Orto. Per Boccia, in ogni caso, brutte notizie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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