Bonomi in pressing per l'obbligo vaccinale: "Non scaricare costi sulle imprese"

Il numero uno di Confindustria è favorevole all'obbligo vaccinale e del green pass ma non ritiene corretto scaricare i costi su imprese e cittadini

Bonomi in pressing per l'obbligo vaccinale: "Non scaricare costi sulle imprese"

Tra poche ore scatta l'obbligo del green pass per tutti i lavoratori: chi è già vaccinato può dormire sonni tranquilli, chi dovrà effettuare il tampone ogni 48 ore dovrà prepararsi ad una stangata economica (a lungo termine).

"Favorevoli all'obbligo vaccinale"

Sull'argomento ha detto la sua il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della trasmissione "Porta a Porta", che ha preso le difese dei cittadini. "Scaricare sulle imprese o sulla fiscalità generale e quindi sulle tasche dei cittadini il costo del green pass non mi sembra corretto", ha affermato a Vespa, sottolineando come Confindustria preferisse l'obbligo vaccinale ma la politica ha fatto una scelta diversa perché quella dell'obbligo sarebbe stata "una scelta dirompente". E poi si sofferma sulla questione dei tamponi: non spetta alle imprese o ai lavoratori decidere se i tamponi vanno effettuati ogni 48 o 72 ore ma alla politica sottolineando come "Siamo favorevoli all'obbligo vaccinale, stessa posizione dei sindacati". Bonomi, poi, considera il green pass "l'unico strumento per mettere in sicuerezza i luoghi di lavoro". Se imprese e aziende hanno già speso costi esorbitanti per mettere in sicurezza tutti i luoghi di lavoro, ritiene giusto che "il tampone" sia "a carico del dipendente".

"Mettere in sicurezza la comunità"

Nonostante i numeri siano in miglioramento rispetto ad alcuni mesi, il numero dei morti è sempre troppo alto: l'ultimo bollettino recita ancora 40 vittime, che diventano 1.500 negli ultimi 30 giorni e oltre 130mila dall'inizio della pandemia. "Ma sembra che ogni tanto il paese se ne dimentica - aggiunge Bonomi - Noi dobbiamo mettere in sicurezza la comunità e anche nei posti di lavoro dobbiamo introdurre norme di sicurezza". Tornando sul tema dell'obbligo vaccinale ormai "saltato", non rimane che risolvere i problemi per "far ripartire il paese. Oggi riaprono i ristoranti, i cinema, i teatri e non possiamo mettere a rischio tutto questo", ha aggiunto.

"Pil? Forse superiamo il 6%"

Esaurito l'argomento green pass, il numero uno di Confindustria ha parlato della ripresa del Pil italiano. "Abbiamo la possibilità di superare il 6% ma ci sono delle nubi all'orizzonte". Il motivo è presto detto: come detto più volte al Giornale.it, i costi energetici stanno schizzando alle stelle "e fino a maggio la situazione sarà molto critica". E poi, il costo delle materie prime è aumentato in modo esponenziale e si fa difficoltà a trovarle. Ed il green pass non deve diventare un problema che mette gli uni contro gli altri.

"Sarebbe un grande errore se noi aggiungessimo problemi interni a quelli che già arrivano dai mercati internazionali. Abbiamo la grande possibilità di fare rimbalzare il paese. Però bisogna ricordare che forse torneremo ai livelli pre-pandemia nel 2022 che vuol dire essere 4 punti di Pil sotto il 2008", ha spiegato.

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