Carige, esposto in Consob di Malacalza

Ultima chiamata per gli azionisti di Carige: ieri sono scaduti i termini per rafforzare le posizioni acquistando titoli su cui esercitare i diritti di voto nell'assemblea del 20 settembre che dovrà eleggere il nuovo cda. E, secondo indiscrezioni di mercato, Vittorio Malacalza e Raffaele Mincione, avrebbero raggiunto le quote consentite dalle istituzioni: il 28% circa per quanto riguarda l'imprenditore piacentino, e il 9,9% circa per il finanziere che risiede a Londra e ha scelto come sede del suo veicolo, Pop 12, il Lussemburgo. Mincione si è poi alleato con Aldo Spinelli (allo 0,75%) e Gabriele Volpi (al 9,09%) che potrebbero avere, a loro volta, arrotondato la quota entro i limiti di legge. La Sga, società controllata dal Tesoro, è infine scesa sotto al 4,99 per cento.

Sulla governance della banca ligure pesa l'incognita della guerra di ricorsi giudiziari: Malacalza ha presentato un ricorso per urgenza al Tribunale di Genova per inibire al rivale di contendere il controllo di Carige, ipotizzando la violazione dei vincoli previsti dal Testo Unico Bancario. La Corte esaminerà il caso proprio a ridosso dell'appuntamento con i soci: il 15 settembre. Non solo.

L'imprenditore ha inviato un esposto in Consob, ipotizzando nella cordata rivale la sussistenza di un'azione di concerto. Ma, mentre si scalda la guerra tra i soci, sul futuro dell'istituto ligure pende il rischio di risoluzione e commissariamento. Intanto, in Piazza Affari, Carige ha terminato la seduta in calo del 3,3% a 0,008 euro.

CM

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