Il cervello di Chat Gpt "trapiantato" a Microsoft

Appena licenziato, l'ex ceo Altman è stato assunto dal big Usa. E ora 500 dipendenti vogliono seguirlo

Il cervello di Chat Gpt "trapiantato" a Microsoft
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Dopo aver provato a rimetterlo in sella, Microsoft si è presa il co-fondatore e ormai ex capo di OpenAi, Sam Altman. Il colosso di Redmond, infatti, ha spiazzato tutti decidendo di assumere l'imprenditore 38enne «insieme ad alcuni colleghi» e di metterlo a capo di una nuova divisione sull'intelligenza artificiale. Arriverà in Microsoft anche Greg Brockman, l'ex presidente della società creatrice di ChatGPT che si è dimesso subito dopo la notizia del siluramento di Altman da parte del board di OpenAi.

Insomma, con una sorta di mossa del cavallo la società guidata da Satya Nadella si è portata in casa due menti eccellenti del mondo dell'intelligenza artificiale e si è protetta dalla prospettiva, ventilata nei giorni scorsi, che i due si mettessero in proprio, creando un domani il competitor di OpenAi. E peggio ancora sarebbe stato se i due fossero finiti nell'orbita dei rivali Google e Amazon, rivelando i segreti di ChatGPT. Del resto, Microsoft ha investito la bellezza di 13 miliardi di dollari in OpenAi, controlla il 49% della sua divisione commerciale, e tutto vorrebbe tranne che veder vanificato un tale sforzo. Nel frattempo, la notizia del fallimento delle trattative per far ritornare il guru e del suo conseguente passaggio in Microsoft non è stata presa affatto bene dai dipendenti di OpenAi. Una specie di sommossa è in atto, infatti, ed è culminata con una lettera firmata da 500 persone che minacciano di andarsene dall'azienda senza le dimissioni dei consiglieri d'amministrazione e il contestuale reintegro di Altman e Brockman. Un colpo pazzesco a una società che conta appena 770 dipendenti. Sempre nel testo della missiva, inoltre, i dipendenti hanno affermato che Microsoft avrebbe loro assicurato che «ci sono posizioni per tutti i dipendenti di OpenAI in questa nuova filiale nel caso in cui scegliessimo di unirci».

Non sarà facile ora sbrogliare la situazione per il board di OpenAi, che non ha voluto dimettersi e ha rilanciato scegliendo come amministratore delegato ad interim l'ex capo di Twitch, Emmett Shear, al posto di Mira Murati, ceo per poche ore che sarebbe stata messa da parte per essersi adoperata per un ritorno alla guida della società di Altman.

A questa situazione ci sono i contrasti sul futuro dell'azienda, la cui divisione commerciale è governata da una società no profit. Una struttura voluta otto anni fa anche dallo stesso Altman, al fine di garantire uno sviluppo etico dell'intelligenza artificiale al servizio dell'umanità. Una configurazione che, probabilmente, è stata ritenuta un limite allo sviluppo commerciale della società che Altman avrebbe voluto imprimere prima di essere silurato.

Ora c'è chi teme per il futuro di OpenAi, tra questi anche il capo scienziato Ilya Sutskever, che sarebbe tra quelli che hanno partecipato all'azione per estromettere Altman. Sutskever si è detto «dispiaciuto» e, curiosamente, il suo nome risulta tra i firmatari della lettera di protesta.

Il vero vincitore della partita è Microsoft, il cui titolo saliva del 2% a metà seduta.

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