I concessionari di automobili sono sotto scacco. Il settore è uno di quelli più colpiti dalla crisi economica da coronavirus. Gli autosaloni sono in difficoltà. E devono confrontarsi con un calo delle vendite pari al 90% rispetto all’anno precedente. Un grosso problema. Ora, come se non bastasse, arriva un’altra tegola che complica non di poco il lavoro dei venditori. Il cambio di scenario, spiega il Messaggero, arriva da una sentenza della Corte di Cassazione.
Una cosa è certa, da oggi in poi, chi vende auto dovrà fare un uso più limitato della targa prova. Secondo i giudici, infatti, la targa prova è una deroga a quella tradizionale, cioè può essere utilizzata quando il veicolo non è immatricolato e non ha quindi il numero di identificazione e la carta di circolazione. Su questo c’è poco da discutere. È evidente, però, che ci troviamo davanti a un buco legislativo al quale bisogna porre rimedio il più rapidamente possibile, anzi, vista la delicatezza dell’argomento, doveva essere stato già affrontato.
La targa che utilizzano i concessionari non viene soltanto utilizzata per spostare i veicoli non immatricolati (in minima parte), ma per movimentare tutti i veicoli presso i concessionari che non hanno più il vecchio proprietario e spesso sono in attesa di uno nuovo. Mezzi che molto frequentemente hanno una targa, ma non hanno l’assicurazione. E non si tratta di qualche migliaia di vetture, ma centinaia di migliaia. Numeri molto alti che rendono bene le dimensioni del disastro. Sono automobili che devono necessariamente muoversi per essere provate, riparate, lavate, collaudate, spostate di sede. Tutte operazioni che finora venivano effettuate con la targa prova.
Il governo è corso ai ripari: il ministero dei Trasporti e il ministero degli Interni sembra siano già al lavoro per disciplinare in maniera organica l’argomento e già sono operative circolari presso le forze dell’ordine di non intervenire su questo caso. Ora, però, c’è una sentenza da dover rispettare. Qualcosa che complica dannatamente le cose. Da ora in avanti tutto cambierà. E in peggio.
Con il lockdown la vendita delle auto è crollata. Questa è la categoria della filiera che ha sofferto di più e, per oltre due mesi, ha dovuto tenere le serrande degli showroom abbassate e i riflettori spenti. Il comparto è alle corde, va aiutato per salvaguardare un asset strategico per il Paese. Ma tutto sembra degenerare a causa di una sentenza "maldestra".
Gli imprenditori, intanto, sono in crisi di liquidità. Le entrate sono quasi azzerate, mentre le uscite, quelle, purtroppo no. Sono a rischio numerosi posti di lavoro e intere aziende hanno vissuto un periodo di reale difficoltà che non è stato affatto superato.
Ora la doccia fredda della Cassazione. Ancora una volta lo Stato complica la vita dei suoi cittadini e, in particolar modo, delle sue aziende. Si naviga a vista e le sbandate potrebbero nascondersi già dietro la prossima curva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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