Sono dati sconfortanti quelli diffusi questa mattina dalla Confcommercio. In pratica l'Italia del 2012 è regredita ai livelli del dopoguerre, con un crollo di 2,8% dei consumi pro capite e un ulteriore ribasso del -0,8% previsto per il 2013: per trovare un calo peggiore bisogna tornare agli anni '30. Senza contare che il commercio al dettaglio "non è mai emerso dalla crisi" e che nel 2012 chiuderanno almeno 20mila negozi, "ma forse la stima è ottimistica".
Male anche il pil che "ha toccato i suoi minimi storici", con picchi negativi raggiunti nel trimestre aprile-giugno, come ha detto il direttore dell'ufficio studi dell'organizzazione, Mariano Bella.
Le stime del prodotto interno lordo italiano, sono state così riviste al ribasso: nel 2012 scenderà del 2,2% (dal -1,3% di marzo), mentre già per il 2013 si teme un peggiorameto dello 0,3%. Colpiscono anche i dati per città: nel 2011 il pil maggiore si registra nella provincia di Milano. Dietro di lei Bolzano e Bologna, maglia nera per Crotone, preceduta da Agrigento e Vibo Valentia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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