Conti, Italia sotto osservazione. Per Bruxelles mancano 3,4 miliardi

Roma e Bruxelles non concordano sui margini tecnici che giustificano il riconoscimento della flessibilità. Balla un punto percentuale. Ma Calenda: "Non è una bocciatura"

Conti, Italia sotto osservazione. Per Bruxelles mancano 3,4 miliardi

"Non credo che l'Europa bocci i conti pubblici italiani". Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, cerca di parare il colpo depo la pubblicazione delle Previsioni economiche di autunno della Commissione europea. Perché apparentemente i margini tecnici oggettivi per giustificare il riconoscimento della flessibilità sull'aggiustamento dei conti pubblici italiani per il 2018 si sono ristretti. Per il governo è dello 0,3% del pil, mentre per Bruxelles è pari allo 0,1% del pil. "Non si tratta di diversa valutazione, ma di diverse assunzioni di fondo - ha messo in chiaro il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici - sta continuando il dialogo con le autorità italiane, stiamo discutendo insieme".

La novità emersa dalle nuove stime della Commissione Ue è che Bruxelles calcola una correzione del bilancio in termini strutturali non dello 0,2% del pil bensì dello 0,1% del pil. Il governo, invece, ritiene che sarà dello 0,3%. Un decimo di punto percentuale vale 1,7 miliardi di euro. Pertanto, la differenza tra i conti della manovra in termini strutturali fatti dall'Italia e quelli di Bruxelles è di 3,4 miliardi. Distanza non lieve se si pensa che, secondo le regole del patto di stabilità senza tenere conto di alcuna circostanza eccezionale, l'Italia dovrebbe garantire un aggiustamento di 10,2 miliardi.

Dalle parole di Moscovici si è capito che l'esecutivo europeo non ha allutamente lanciare dare messaggi allarmanti né tantomeno starebbe cercando di rompere con l'Italia. Non a caso il commissario agli Affari economici Ue si è limitato a indicare che con Roma "si sta discutendo sulle tecnicalità". E, dal momento che Bruxelles ha deciso di non chiedere correzioni al bilancio 2018, anziché farlo entro fine ottobre, l'ipotesi più probabile è che la finanziaria passi per il rotto della cuffia al vaglio dell'Unione europe rinviando, come succede da diversi anni, il giudizio definitivo alla primavera.

"In questo caso - fanno sapere da Bruxelles - l'appuntamento sarebbe in aprile o maggio, quando ci saranno i dati definitivi su deficit e debito 2017 e le elezioni italiane saranno alle spalle. Se si appurerà che l'Italia è fuori linea, soprattutto sul debito - spiegano - la matassa dovrà sbrogliarla il nuovo governo".

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