Il cashback, il super cashback, la lotteria degli scontrini e il credito d’imposta dei costi sui pagamenti elettronici sono solo alcuni degli strumenti adottati dal governo per cercare di ridurre la circolazione del denaro contante. Lo scopo è sempre lo stesso: diminuire le possibilità di evasioni ed elusioni fiscali che danneggiano le casse dello Stato provocando riflessi anche sulle tasche dei cittadini che, invece, rispettano le regole.
Ma tali misure da sole possono ben poco per raggiungere l’ambizioso obiettivo. Per questo è necessario affiancare agli strumenti che invogliano i cittadini a mettere da parte la liquidità anche altri provvedimenti che mirino a scoraggiare comportamenti illeciti. Non è un caso, quindi, che si registri un aumento dei controlli in relazione ai versamenti e ai prelievi effettuati dal conto corrente. Movimenti che devono sempre essere giustificabili.
L’attenzione ai prelievi dal conto corrente è aumentata a partire dal 1° luglio 2020 quando il Dl Fiscale ha introdotto nuove limitazioni per scoraggiare ancor di più l’utilizzo di denaro contante. Le misure sono tuttora in vigore, ricorda contocorrenteonline.it, e tali rimarranno fino al 31 dicembre di quest’anno. Possibili controlli del Fisco avverranno solo se la banca segnali delle particolari operazioni in entrata e in uscita che potrebbero essere ricondotte ad azioni illecite. In altri termini, prelievi o versamenti sospetti per la somma mossa. Attenzione, però. Perché le norme non stabiliscono un limite specifico di prelievo o versamento dal conto corrente ma autorizza le verifiche da parte delle autorità competenti nel momento in cui la somma in questione superi determinati standard.
Nel caso delle imprese, i controlli partiranno se l’importo ecceda i 1.000 euro giornalieri o i 5.000 euro mensili. Per i privati cittadini la situazione è leggermente diversa: per evitare controlli, infatti, i correntisti potranno ritirare dai 500 ai 1.000 euro al giorno e dai 2.000 ai 3.000 euro al mese. Limiti stringenti è vero. Ma è necessario sottolineare che ogni cittadino è libero di richiedere un prelievo anche di importo superiore rispetto alle cifre sopra citate. A quel punto il pallino entrerà nelle mani della banca di riferimento. L’istituto chiederà di giustificare l’operazione e in base alla risposta del correntista deciderà se segnalare il prelievo all’Unità d’informazione finanziaria.
Ci sono, poi, dei limiti di utilizzo del denaro contante. Ad esempio non è possibile effettuare un pagamento in contanti superiore ai 2.000 euro per un unico acquisto. Per chi dovesse sostenere tali spese allora dovrà utilizzare altri strumenti come il bancomat, il bonifico bancario o postale, gli assegni o le carte di credito e debito. Questo è necessario per consentire la tracciabilità dell’operazione.
Eppure altri cambiamenti sono già in vista. Dal 1° gennaio 2022, infatti, la soglia limite di utilizzo del denaro contante si abbasserà a 1.000 euro per un acquisto.
Se si supera questa soglia vi è il rischio di entrare nei controllo antiriciclaggio e di esporsi a rischi di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma non è tutto. Perché violando la norma si potrebbe incorrere in una sanzione che varia dai 3.000 ai 5.000 euro. Non poco per le tasche dei cittadini.
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