La diffusione del nuovo coronavirus ha spinto nel baratro le compagnie aeree, vessate da un'emergenza economica senza precedenti e allo stremo delle loro forze.
Se il grido di allarme arriva anche da Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, uno dei vettori più rinomati ed efficienti al mondo, allora vuol dire che la situazione è davvero problematica. "Dobbiamo contrastare questa situazione straordinaria con misure talvolta dolorose - ha spiegato Spohr - allo stesso tempo, dobbiamo essere all'altezza della speciale responsabilità che le compagnie aeree hanno nei loro Paesi di origine. Ma più durerà questa crisi e tanto meno è probabile che il futuro dell'aviazione possa essere garantito senza aiuti pubblici".
Ricordiamo che Lufthansa è stata costretta a tagliare le sue operazioni di volo. La capacità di trasporto, ovvero il numero di posti offerti sugli aerei, è stata ridotta al 5% come parte di un piano di volo di emergenza in atto fino al 19 aprile (salvo proroghe). I
In generale, le altre compagnie aeree sono sulla stessa barca del vettore tedesco. Come fa notare il quotidiano Avvenire, tutte hanno costi alti e una cassa che basta per pochi mesi. Il fallimento è dietro l'angolo e molti nomi noti rischiano di alzare bandiera bianca entro maggio.
Il meccanismo per capire le origini di questa crisi è semplice. La pandemia di Covid-19 ha spinto il mondo intero a blindarsi, ridurre spostamenti e contatti interpersonali; di conseguenza quasi tutti i voli sono stati tagliati nel tentativo di arginare il contagio. Morale della favola: nessuno viaggia, nessuno vola.
Scendendo nel dettaglio, S&P prevede, nel corso di quest'anno, un calo di passeggeri compreso tra il 20 e il 30% e un recupero dei ricavi non prima del 2022-2023. Insomma, una mazzata pesante che stenderebbe chiunque, anche i colossi come Lufthansa.
Un salvagente per le compagnie aeree
L'unica possibilità che hanno i governi per salvare le compagnie nazionali è usare soldi pubblici per evitarne la chiusura, proprio come ha fin qui fatto l'Italia con Alitalia. La Iata, l'associazione nazionale mondiale del settore, lo scorso 5 marzo aveva calcolato un crollo dei ricavi del trasporto aereo di ben 113 miliardi di euro. Aggiungendo la chiusura dell'area Schengen, questo numero potrebbe essere addirittura raddoppiato.
Solitamente una compagnia aerea, all'inizio di ogni anno, ha una cassa tale da poter coprire le spese di due mesi di voli; saranno poi gli incassi di quei viaggi a finanziare l'attività per il resto dell'anno corrente. Dal momento che il Covid-19 è esploso tra la fine di dicembre e la metà di febbraio, lo scenario è ancora più critico.
Quanto possono resistere, dunque, le compagnie aeree? Togliendo i casi Wizz Air e Ryanair, i quali hanno una cassa superiore al 40% del fatturato del 2019, per gli altri è notte fonda. Iag, gruppo che controlla British Airways, Iberia e Aer Lingus, può contare su 132 giorni di attività sostenibili con i soldi a disposizione; Air France Klm 81; Lufthansa 51.
La riduzione delle rotte e il taglio dei posti di
lavoro potrebbero non bastare per evitare il fallimento. In molti casi sono partite le richieste di aiuto ai governi, anche se le cifre da mettere sul tavolo sono consistenti, nell'ordine delle decine di miliardi di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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