Il taglio alle pensioni ha due volti. Il primo riguarda gli assegni alti con una vera e propria sforbiciata sugli assegni, il secondo invece riguarda gli assegni più bassi, quelli della fascia media dei pensionati con un blocco parziale alle rivalutazioni. Provvedimenti questi che di fatto vanno a toccare una delle categorie che invece (a parole) il governo aveva affermato di voler difendere. Ebbene, da gennaio taglio agli assegni sopra i 1500 euro e salasso su quelli oltre i 5000 euro. Insomma non si salva nessuno. Questa operazione di fatto porterà ossigeno nelle casse dell’Erario che avrà risorse fresche da destinare all’introduzione di Quota 100, il nuovo sistema previdenziale che va a superare la legge Fornero. Secondo quanto riporta ilMessaggero, dal blocco delle indicizzazioni il governo risparmierà circa 2,29 miliardi in ben tre anni.
Altri 239 milioni invece arriveranno dai tagli alle pensioni alte. Tutte risorse che andranno a riempire il piatto per Quota 100. Dopo il patto con l’Ue sono stati stanziati 3,9 miliardi per il 2019 contro i 6,7 inizialmente previsti. Il Tesoro ha cercato di recuperare fondi da utilizzare per il nuovo sistema previdenziale che potrebbe riguardare circa 315mila persone con una adesione all’85 per cento. Da qui è scattato il piano del governo che con una morsa ha da un lato penalizzato i pensionati più ricchi e dall’altro ha bloccato le rivalutazioni per le fasce intermedie e per quelle alte.
Due mosse per finanziare ciò che resta di Quota 100 dopo le richieste di Bruxelles. Il 2019 sarà un anno di opportunità per chi deve ancora andare in pensione, ma sarà certamente un anno amaro per chi è già in pensione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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