I lavori per l'ampliamento del Canale di Panama, fermi da alcuni giorni e fortemente rallentati da settimane per il contenzioso sui costi imprevisti da 1,6 miliardi di dollari, ripartono oggi, e l'accordo tra il consorzio Gupc, guidato dalla spagnola Sacyr, al quale l'italiana Salini Impregilo partecipa al 38%, e l'autorità del Canale, è in dirittura d'arrivo. Da quanto si apprende, un'intesa definitiva è attesa nelle prossime 48 ore.
Con tutte le possibili sorprese delle ultime ore di una trattativa serrata e difficile, è chiara la volontà di non perdere altro tempo per un'opera cruciale nella pianificazione delle compagnie marittime mondiali e per i porti commerciali, a partire da quelli statunitensi e sudamericani, sia sul Pacifico sia sull'Atlantico.
L'idea originaria era di consegnare l'opera anche funzionante a ritmo limitato per la metà del 2015, e ora bisognerà correre per arrivare a fine anno-inizio 2016. Con tutto l'interesse di Panama, che a regime dovrebbe incassare dal «nuovo» Canale, nel quale potranno transitare navi oltre i 300 metri di lunghezza, circa 6 miliardi di dollari all'anno.
Il consorzio delle imprese, che finora non era intervenuto pubblicamente di fronte agli annunci dell'Acp, l'Autorità di gestione dell'opera, aveva fatto sapere di essere disponibile a riprendere i lavori, e che «le parti hanno compiuto importanti progressi sulle questioni fondamentali relative al finanziamento, alla ripresa dei lavori e al pagamento dei subappaltatori e dei lavoratori per il progetto del terzo set di chiuse».
Intanto la Borsa ha brindato: Salini ha guadagnato il 3,16% e, a Madrid, Sacyr ha fatto un balzo del 4,31%SiEg
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