Crisi, ad Atene nuovo "buco" da 3 miliardi di euro

Nell’ultimo sopralluogo la troika ha scoperto un "buco" di tre miliardi di euro nel fabbisogno di Atene per il prossimo biennio, che quindi non ammonterebbe a 11,5 miliardi ma a 14

"La Grecia deve rimanere nell’euro per non precipitare nella miseria", ha assicurato il ministro delle Finanze Yannis Stournaras alla vigilia di una settimana di incontri decisivi per le sorti di Atene. Eppure sembrerebbe proprio che la crisi greca sia ben peggiore di quanto si aspettavano i tecnici di Francoforte e i leader di Bruxelles. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, che cita fonti vicine alla troika, nonostante due piani di salvataggio e tutti i tagli finora compiuti, al governo di Atene mancano ancora 14 miliardi di euro e non 11,5 miliardi come previsto finora. "Questa correzione al rialzo dei tagli necessari per risanare il bilancio, causata in primo luogo dalle mancate privatizzazioni - spiega lo Spiegel - è emersa negli ultimi controlli effettuati dalla troika dei creditori della Grecia". Tanto che più si avvicina l'addio degli ellenici alla moneta unica, più l’Eurozona si prepara per evitare l’effetto domino. "La Grexit è tecnicamente possibile", ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker avvertendo dei "rischi politici enormi".

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha già chiuso all'eventualità di nuovi aiuti per Atene confermando l’esistenza di un "piano d’emergenza" nel caso in cui le mosse anti-crisi dovessero fallire. "I governi dell’euro sarebbero stupidi se non avessero un ’piano b’", ha ammesso il ministro, proprio nel giorno in cui la troika scopre un nuovo buco nei conti di Atene. Da questi calcoli e dai colloqui che si terranno a settembre con le autorità greche dipende lo sblocco, o meno, della prossima tranche di prestito attesa da Atene, per un valore di 31,5 miliardi di euro, fondamentale per la sopravvivenza della Grecia all’interno dell’Eurozona. Per ottenere il semaforo verde agli aiuti il governo greco dovrebbe, quindi, tentare di varare un piano di tagli per il 2013 e 2014, non più di 11,5 miliardi di euro ma di 14. Insomma, la Grecia, che la prossima settimana chiederà ai partner Ue più tempo per risanare il bilancio, è ormai avviata su una strada senza uscita: a causa del mix di recessione e austerità, non ce la farà a riportare il deficit (oggi al 9,3%) sotto il 3% entro il 2014, come previsto dagli impegni presi con la troika.

Proprio per far fronte al nuovo buco "scoperto" dalla troika, Atene vorrebbe uno slittamento del risanamento di almeno due anni, che consentirebbe anche di mitigare gli effetti del rigore imposto dai creditori internazionali, accelerando la ripresa. Ma il governo tedesco non ha alcuna intenzione di fare nuove concessioni ad Atene ed esclude qualunque ulteriore sostegno. "Non è pensabile mettere a punto un nuovo programma per la Grecia", ha detto Schaeuble convinto che "ci sono dei limiti agli aiuti". D'altra parte anche una proroga sugli impegni è fuori discussione dal momento che comporterebbe un ulteriore esborso da parte dei creditori. Il presidente Francois Hollande sembrerebbe, invece, più disponibile verso Atene. Parigi e Berlino discuteranno del futuro della Grecia il 23 agosto durante il bilaterale nella capitale tedesca che riaprirà il confronto sulla crisi dopo la pausa estiva.

A differenza della Grecia, che non riesce a rispettare la road map delle riforme tracciata insieme ai tecnici di Bruxelles, i governi di Spagna e Italia hanno già avviato da diversi mesi il percorso per ridurre il debito e riportare il deficit sotto il 3%.

E se l’Italia può contare per quest’anno su un avanzo primario del 5% e puntare al pareggio di bilancio nel 2013, la Spagna, più in difficoltà, aspetta i primi 30 miliardi di aiuti europei alle banche e sembra sempre più interessata all’attivazione dello scudo anti spread per alleviare la pressione sul debito pubblico.

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