Crisi Saipem, scoppia il giallo liquidità. Eni e Cdp alla finestra

Primo scoglio il bond di aprile, contattate le banche. E si va verso un maxi-aumento

Crisi Saipem, scoppia il giallo liquidità. Eni e Cdp alla finestra

Saipem sull'ottovolante dopo il crollo del titolo (-30%) registrato lunedì in seguito all'allarme sugli utili (profit warning). L'azione ha aperto la seduta di ieri toccando i minimi dal 1992 (un minimo di giornata a quota 1,15 euro) per poi recuperare e chiudere in calo dell'1,26 per cento a 1,33 euro. Il mercato, dopo lo choc iniziale legato al fatto che si teme per Saipem la necessità di un aumento di capitale jumbo, è stato rassicurato dai movimenti dietro le quinte di banche e azionisti. I primi, iniziati già la scorsa settimana con Unicredit e Intesa Sanpaolo schierate in prima linea. Quanto a Eni e Cassa Depositi & Prestiti, primi azionisti con rispettivamente il 30,5% e i 12,6%, monitorano da vicino la situazione e secondo indiscrezioni ci sarebbero continui «contatti tra le parti per studiare il dossier». Cdp riunirà oggi un cda «informativo» sul tema Saipem, mentre Eni lo ha fatto ieri (l'appuntamento era già programmata).

Il confronto tra Saipem, Eni e Cdp riguarda la situazione finanziaria che ha indotto il big dell'ingegneria energetica ad annunciare una perdita d'esercizio superiore a un terzo del capitale sociale.

Eni e Cdp hanno avviato un confronto per capire le cause di una situazione che fino allo scorso ottobre, quando è stato presentato il piano di Saipem al 2024, sembrava sotto controllo. E un nodo centrale sarà quello di verificare i reali numeri (saranno noti al mercato il 23 febbraio) del gruppo.

Quanto alle banche, sono state contattate in via preliminare da Saipem a metà della scorsa settimana, in vista del cda che si è poi tenuto tra sabato e domenica e da cui è emerso l'attuale quadro critico. La corsa contro il tempo per salvare la situazione procede, dunque, su un doppio binario.

Al momento tutte le ipotesi appaiono percorribili. Probabilmente le banche interverranno sulle scadenze più vicine e in particolare sull'obbligazione aprile 2022 da 500 milioni. Bond per il quale Saipem non avrebbe cassa a sufficienza. Per Mediobanca «non è chiara l'entità della cassa di Saipem, ma dovrebbe aggirarsi sui 700 milioni». Tuttavia, non è detto che l'intervento bancario si fermi qui. Anzi, c' è infatti anche in scadenza a luglio del 2023 una linea revolving da 1 miliardo, sottoscritta con un pool di 17 banche.

Per non parlare della ricapitalizzazione: per gli analisti finanziari potrebbe essere compresa tra 1 e 1,5 miliardi, ma potrebbero esserci anche sorprese al rialzo. Secondo gli analisti inflazione e Covid «sono solo scuse» e quello di ieri è «il primo segnale importante che la qualità del backlog è molto debole e l'esecuzione è molto carente. Temiamo si stia creando un iceberg che potrebbe portare a molti elementi negativi», tra cui «un aumento di capitale jumbo».

Banca Akros, inoltre,

sostiene che c'è poca visibilità sul «pacchetto di finanziamento» che la società sta discutendo con i suoi principali azionisti e avverte che «la diluizione derivante dall'emissione di azioni potrebbe essere considerevole».

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